Dopo le cavallette da aperitivo, Jimini’s vuole lanciare una “instecca”
Portare gli insetti nei piatti, ecco la scommessa di Jimini’s. E per riuscirci, la start up ha già raccolto 1 milione di euro. L’obiettivo è quello di sviluppare una bistecca a base di proteine d’insetti e proseguire sulla strada dell’internazionalizzazione.
Di Yves Vilagines
Da quattro anni, Jimini’s tenta di convincerci a sgranocchiare cavallette e vermi vari. Questi insetti da aperitivo, interi e aromatizzati, hanno il sapore di pomodori secchi o pan di zenzero. In totale, sono disponibili in nove sapori diversi. «È un prodotto divertente, che ha permesso di raggiungere i consumatori» dichiara Clément Scellier, il “formirettore” (ebbene sì!) generale. Ma Jimini’s non vuole fermarsi qui. Dopo l’aperitivo, la start up attacca la portata principale. E per farlo consolida le proprie finanze con una raccolta fondi di un milione di euro, metà dei quali provengono dal fondo d’investimento Groupe SOS, e metà da prestiti a lungo termine dalla Bpifrance.
Creata sul finire del 2012 da un laureato della EDC Business School, Clément Scellier, e da un giurista in diritto privato, Bastien Rabastens, Jimini’s ha inizialmente esteso la sua gamma di prodotti alle barrette energetiche a base di farine d’insetti. Queste barrette per sportivi sono oggi vendute in Belgio, nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna e, a partire dal primo maggio, anche in Svizzera. Ma ancora non sono disponibili in Francia, vista la mancanza di una chiara regolamentazione nazionale in merito alla vendita di alimenti a base d’insetti. Un vuoto che Jimini’s si sta impegnando a colmare, in particolare in seno all’associazione internazionale IPIFF. «Il Belgio autorizza la commercializzazione di 10 specie d’insetti, interi e in polvere» spiega Bastien Rabastens, “presidentomologo” (ebbene sì!) di Jimini’s. «La revisione della direttiva europea e l’entrata in vigore di una procedura semplificata di immissione sul mercato nel 2018 dovrebbero accelerare l’accesso al mercato europeo dei nostri prodotti».
Jimini’s ha intenzione di prendere posizione, laddove possibile. La start up, che l’anno scorso ha realizzato 550.000€ di giro d’affari e che dà lavoro a una quindicina di persone, conta soprattutto sui mercati esteri. E sullo stesso entusiasmo incontrato dalla start up Ynsect e NextProtein nel settore dell’alimentazione. «Vogliamo rafforzare il nostro team di vendita in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi, far uscire nuovi prodotti, come pasta a base di farina d’insetti, e investire in ricerca e sviluppo. Al momento finanziamo una tesi di ricerca con l’obiettivo di sviluppare una bistecca a base di proteine d’insetti» spiega Clément Scellier.
La gara di velocità vede una grande concorrenza a livello mondiale. Negli Stati Uniti, ad esempio, la start up Exo, che commercializza barrette energetiche a base di farina di cavallette, ha già raccolto quasi 6 milioni di dollari. Il mercato dei generi alimentari sembra promettente «per il suo ridotto impatto ambientale ed energetico rispetto alla produzione di carne» assicura Jean-Michel Lecuyer, direttore generale del Contatore innovazioni del Groupe SOS, principale investitore di Jimini’s. «L’obiettivo è di rendere Jimini’s uno degli attori principali sul mercato europeo, con un giro d’affari stimato di oltre 2 milioni di euro nel 2018».
Yves Vilagines, «Après les crickets à l’apéro, Jimini’s veut lancer un « insteak »», Les Echos, 24 febbraio 2017