La storia dell’umanità – in 500 pagine

Da animali a dèi, o l’odissea della specie umana

Un giovane storico israeliano ripercorre il lungo cammino percorso dall’umanità, dai primi cacciatori-raccoglitori alla società globale. Sbalorditivo.
Di Yann Verdo

Ogni anno nel mondo si scrivono e si pubblicano centinaia di migliaia di libri, tra cui ottimi saggi di cui diamo conto periodicamente. Qualunque sia il tema che attira la vostra attenzione, non dovrete far altro che curiosare tra gli scaffali della libreria o fare un salto su Amazon per essere schiacciati da una valanga di offerte. Volete saperne di più sulle strade seguite dall’homo sapiens per conquistare la terra una volta lasciata l’Africa? Sulla nascita della scrittura, 5000 anni fa a Sumer? Sul sistema delle caste nell’India medievale? Sull’invenzione della macchina a vapore? Sul movimento transumanista…? State certi che esiste un volume capace di appagare le vostre esigenze. Ma è raro, davvero raro, che tutte queste domande – e molte altre ancora – siano trattate in un solo, unico volume. È quanto accade con Da animali a dèi, libro di un giovane professore di storia dell’Università ebraica di Gerusalemme, Yuval Noah Harari.

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Da animali a dèi: Breve storia dell’umanità, Yuval Noah Harari (ed. Bompiani)

L’uccello miope e il satellite-spia

Vero e proprio best-seller, già tradotto in una ventina di lingue (i francesi hanno dovuto aspettare un po’) e accolto in termini entusiastici dall’autore di Collasso, Jared Diamond, Da animali a dèi è ben più di un manuale di cultura generale. Se fosse solo quello, sarebbe comunque infinitamente migliore dei libri che si assiepano sui ripiani degli studenti in full immersion da esame. Sia quando evoca l’essenza del buddismo, sia quando ripercorre la storia della moneta – «il sistema di mutua fiducia più universale e più efficiente che sia mai stato concepito» –, quest’invenzione geniale nata nella stessa epoca e nella stessa parte del mondo in cui ha fatto la sua comparsa la scrittura, Da animali a dèi condensa in pagine brillanti tesori di conoscenza e di penetrazione dell’animo umano.

Scritto in maniera chiara, sostenuto da una sbalorditiva erudizione, confermato dalle più recenti scoperte scientifiche, questo libro offre una lettura – per non dire una teoria – originale e ben argomentata della storia dell’umanità. «Il senso della storia» scrive l’autore «è una questione di punti di vista. Se sorvoliamo la storia “a volo d’uccello” ed esaminiamo gli eventi di decenni e secoli, è difficile dire se la storia avanzi verso l’unità o la diversità. Per comprendere questo processo sul lungo periodo, il nostro occhio di uccello è troppo miope. Meglio allora agire da satellite-spia e considerare i millenni, invece dei secoli».

Far salire il lettore su un satellite-spia del genere, che sorvola a grande velocità i millenni, i continenti e i temi (l’evoluzione darwiniana, le religioni, l’economia…) è la grande conquista di Yuval Noah Harari. E, una volta là in alto, è difficile non sposare il suo punto di vista: «La storia si muove senza posa verso l’unità. Il crollo del cristianesimo e la caduta dell’Impero mongolo non sono che rallentamenti sull’autostrada della storia».

Questa lunga marcia dell’homo sapiens verso una forma di “società globale”, dai nostri antenati cacciatori-raccoglitori fino ai cyborg usciti dai laboratori del Pentagono, è il filo conduttore di questo libro.

Nella mente dell’autore, il libro non vuole farci avanzare congetture sul futuro, vicino o lontano che sia. Yuval Noah Harari diffida visibilmente della prospettiva e dei prospettivisti. E dubita che la conoscenza del passato possa permettere di fidarsi ciecamente delle loro previsioni. Perché, scrive, «la storia è quello che si dice un sistema caotico di “livello due”. Esistono due forme di sistemi caotici. Il caos di livello uno è un caos che non reagisce alle previsioni che lo riguardano. […] Il caos di livello due reagisce alle previsioni che lo riguardano e si sottrae a ogni previsione esatta». Le turbolenze atmosferiche di cui tratta il meteo sono un buon esempio di caos di livello uno. Ma le fluttuazioni di mercato o i soprassalti della politica, essendo un caos di livello due, non si potranno mai comprendere attraverso supercomputer.

Dunque, se non vuole predire il futuro né chiarire le scelte politiche, a cosa serve la storia nella mente di questo giovane e straordinario storico? A spiegare perché l’umanità si è orientata verso le grandi rivoluzioni che in seguito ha conosciuto – la rivoluzione cognitiva di 70.000 anni fa, la rivoluzione agricola di 10.000 anni fa, la rivoluzione scientifica innescata in Europa nel XVI secolo… – verso la forma di società globale che si delinea attualmente. «Dire che una società globale è inevitabile non significa che debba necessariamente sfociare nel genere di società globale che conosciamo oggi» spiega Yuval Noah Harari. Invece di invitarci a indovinare quello che sarà il futuro, la sua ambizione è di aiutarci a comprendere il presente. E ci riesce nello spazio di cinquecento pagine. Cinquecento pagine di pura intelligenza.


Yann Verdo, «“Sapiens” ou l’odyssée de l’espèce humaine», Les Echos, 15 gennaio 2016

 

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