Studenti a 55 anni: inaugurata a Mosca la nuova “università argentea”
Il 1° novembre l’università pedagogica statale di Mosca ha aperto le porte agli studenti over 50.
Di Julia Borta
Come strappare un pensionato dal divano, dalla cucina e persino dalla famiglia? Mandandolo a studiare in università.
L’idea che i nonni e le nonne di oggi amino più di ogni altra cosa trascorrere il proprio tempo su una panchina vicino al portone d’ingresso o davanti alle soap opera è da tempo obsoleta. Spesso siamo noi a imporgli questo stile di vita: sei andato in pensione? Vai a curare i nipoti, o meglio ancora lascia libero l’appartamento in cui vivi e vai nella casa di campagna a crescere patate. Eppure molti dei pensionati di oggi sono pieni di energie, vogliono imparare cose nuove, senza soccombere ai giovani. Ne sono la prova i quasi 10 mila moscoviti over 50 che da due settimane si sono iscritti all’università! Il numero di iscrizioni è stato tale da giustificare una ripartizione in due corsi: una metà dei neo-studenti ha iniziato le lezioni a novembre, gli altri cominceranno a gennaio. Il primo giorno, lezioni sulla storia di Mosca, computer e psicologia. Gli studenti della vecchia generazione si sono rivelati più esigenti e diligenti dei colleghi in erba, ma più capricciosi: «Perché mai alcune lezioni si tengono così tardi la sera?» «Vorrei che fosse tutto più chiaro!» «Davvero è già impossibile iscriversi a psicologia?»
Eppure hanno le idee ben chiare. I partecipanti al corso “Storia e cultura di Mosca” hanno tirato subito fuori penne e bloc notes per non perdersi nulla di essenziale. Il docente, il geografo moscovita Alexander Levintov (a cui si deve l’idea dei corsi per pensionati e la loro denominazione di “università argentea”) ha esordito con un elemento a sorpresa: «Dove si trova il centro di Mosca? E dov’è il suo cuore?». La risposta corretta non è il Cremlino. Fino a non molto tempo fa, il centro della metropoli era all’angolo tra via Bolshaya Ordynka e Klimentovsky, ma dopo l’accorpamento di Nuova Mosca l’asse si è trovato dietro la MKAD, strada a scorrimento veloce che circonda la città. Il cuore della capitale, invece, è il Kolomenskoe, nello specifico il canale che si getta nella Moscova. Lì si trova la pietra con cui San Giorgio uccise il drago, una reliquia che si ritenga abbia poteri curativi, come le chiavi che si sentono tintinnare lì vicino.
«Insegnare agli studenti over 50 pone delle sfide specifiche: è un pubblico di gente che ne sa» spiega Alexander Levitov. «Ma hanno i loro problemi. Uno tra questi è l’insufficiente comunicazione. Per questo il mio corso, strutturato su 24 ore, non si svolgerà in forma di lezioni tradizionali ma, come si potrebbe dire oggi, con un co-working, ovvero un lavoro comunicativo in comune. Purtroppo, dato che il corso è molto breve, i miei ascoltatori non riceveranno alcun brevetto di guide autorizzate (per farlo occorre frequentare 150 ore di lezione), ma potranno fare da guida ad amici e conoscenti. Peccato che i pensionati non possano seguire tutti i corsi che li interessano in parallelo, come i comuni studenti universitari – devono sceglierne uno».
«Vivo a Mosca da tutta la vita» racconta a Argumenty i Fakty la pensionata Natalia Evgenievna, «ma non conosco la mia città. Per questo, quando ci hanno chiamato e ci hanno fatto scegliere qualche programma, io e mio marito ci siamo iscritti volentieri al corso sulla storia di Mosca». «E perché no? Tanto più che insegnano gratis» le fa eco la vicina. [..]
Gli studenti del corso di psicologia cercano di imparare come costruire relazioni con i figli adulti, educare i nipoti e soprattutto “non scocciare i giovani”. La più socievole e attiva dei nuovi studenti è Galina Ivanovna, che posa con piacere per la stampa. Come racconta la stessa 81enne, ogni mattina dopo colazione fa dieci giri attorno al cortile in cui vive. «E perché stare seduta in casa?» chiede rivolgendosi alle “amiche” pensionate che l’hanno accompagnata. «Non serviamo a nessuno. Qui almeno possiamo chiacchierare. Mi piace molto il corso di ricamo. Un tempo lavoravo a maglia, cucivo e a volte vendevo anche qualcosa per farci due soldi».
I pensionati possono iscriversi a cinque facoltà: materie umanistiche (lingue straniere, storia e cultura di Mosca, volontariato), comunicazione di massa e informatica, cultura e arte (danza, artigianato), salute e sicurezza (nozioni base di finanza e giurisprudenza, alimentazione corretta, nuoto), e psicologia. Chi vuole può iscriversi a corsi professionalizzanti: bambinaie, giardinieri, artigiani per la produzione di bambole – per ciascuna specialità sono previste 160 ore di lezione. Il corso più popolare è stata una sorpresa.
«Prima, quando cercavamo di lavorare con i pensionati, il programma edicativo più popolare era l’alfabetizzazione informatica» ha dichiarato Igor Remorenko, rettore dell’università pedagogica cittadina di Mosca. «Ora il corso più popolare sono le lingue straniere».
«A Mosca vivono 3 milioni di pensionati, di cui 400 mila over 80 e 624 over 100. Il nostro compito è fare di tutto perché i nostri più anziani concittadini trascorrano le proprie giornate in modo attivo, senza starsene a letto a poltrire – ha sottolineato Vladimir Petrosyan, capo del dipartimento del lavoro e della protezione sociale di Mosca. «I nostri più attempati studenti devono non solo poter comunicare, ma anche rinnovare le proprie idee sul mondo e sulla società e trasferire la propria esperienza a insegnanti e studenti più giovani».
Le università della “terza età”, come si chiamano queste formazioni per anziani, non sono un’invenzione russa. Questi programmi sono attivi da anni e con successo in Gran Bretagna, Germania, Francia, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi. Il loro compito essenziale non è formare nuove professioni (benché facciano anche questo) ma liberare la gente dal fardello della solitudine e del senso di inutilità. Perché la terza età si trasformi da un’epoca di sopravvivenza pura e semplice in un periodo in cui vivere e godersi appieno la vita.
Julia Borta, «Студент в 55. В «Серебряном университете» пенсионеров будут учить бесплатно», Argumenty i Fakty, 10 novembre 2017