Quando la dieta si fa paleo

Paleo Dieta: vantaggi e pericoli della “dieta degli antenati”

Pensavate che il Paleolitico fosse solo un periodo della preistoria? E invece è un vero  e proprio stile di vita. Per farla breve, consiste nel mangiare come i nostri antenati cacciatori-raccoglitori. Di oltre 10.000 anni fa. Lo scopo? Preservare la propria salute. Cosa si può mangiare e cosa no? Cosa ne pensa la comunità scientifica? Facciamo chiarezza sulla dieta paleolitica.
Di Sevin Rey

Le origini

È nel XX secolo, nel 1975, che si parla di questa dieta per la prima volta, con i lavori del gastroenterologo americano Walter L. Voegtlin sull’alimentazione degli uomini del Paleolitico (da 3 milioni a 10.000 anni a.C.). Dieci anni più tardi, l’antropologo americano Stanley Boyd Eaton si dedica al soggetto studiando i geni dei nostri antenati. All’epoca, l’uomo mangiava quello che offriva la natura. Secondo il dottor Eaton, i nostri geni non sarebbero cambiati in 40.000 anni, questa alimentazione dunque sarebbe la più adatta al nostro genoma, mentre gli alimenti coltivati dall’uomo a partire dallo sviluppo dell’agricoltura favorirebbero i mali moderni: cancro, obesità, diabete, ecc. «Mangiando come i nostri antenati cacciatori-pescatori-raccoglitori ripristiniamo i codici biologici di un tempo» indica Marion Kaplan, bio-nutrizionista e autrice del libro La Paléobiotique.

Nel 2001, Loren Cordain, docente presso il dipartimento delle scienze della salute e dell’esercizio fisico all’università statale del Colorado (Stati Uniti), riprende e rende famosa questa teoria con il libro Le Régime paléo. Diventa allora fondatore di un movimento divenuto un vero fenomeno oltreoceano.

Carne e verdure

L’alimentazione paleo permette solo il consumo di prodotti naturali e non trasformati: carne, pesce, uova, frutta e verdura. «Non si mangia solo carne» sminuisce Marion Kaplan rivolgendosi a quelli che criticano la dieta per il suo forte contenuto di proteine animali. «Si può essere paleo e anche vegetariani, perché c’è un grande apporto di frutta e verdura».

Detto questo, la base della piramide alimentare paleo è composta da proteine animali. Queste devono provenire da animali in libertà o cresciuti in allevamenti biologici. «Mangiamo quello che mangiano gli animali, se loro ingeriscono cereali geneticamente modificati lo facciamo anche noi» sottolinea Marion Kaplan.

Frutta e verdura, dal canto loro, devono essere di stagione e ovviamente il meno trattate possibile. La cima della piramide è composta da semi oleosi (nocciole, noci, ecc.), sale, spezie, erbe e cioccolato fondente, da mangiare con moderazione. Le sole fonti di grassi consentite sono i grassi animali e gli oli d’oliva, avocado e palma.

Gli alimenti vietati

Una delle originalità di questo regime alimentare è il divieto di cereali e legumi, che siano bio, tradizionali o meno. «Danno infiammazioni e aumentano la glicemia (tasso di zucchero nel sangue) in maniera significativa» spiega Marion Kaplan.

I latticini sono anch’essi vietati, con una tolleranza per il burro proveniente da capi di bestiame al pascolo. «Per come sono prodotti attualmente, scatenano allergie. Se non si può proprio farne a meno, si può bere latte di capra bio» suggerisce Marion Kaplan. Allo stesso modo, zucchero raffinato, oli vegetali, e tutti i prodotti trasformati (come bibite o affettati) sono vietati.

Buono a sapersi: cosciente della difficoltà di diventare paleo dall’oggi al domani, il fondatore Loren Cordain propone nel suo libro di cambiare dieta in modo progressivo.

Obiettivi della dieta

La dieta paleo non è una dieta dimagrante. Tutti questi divieti servono prima di tutto a migliorare la propria salute e chi aderisce a questo principio afferma che si tratta di uno stile di vita da conservare per sempre. Esistono pochi studi al riguardo, ma chi già è passato a questa dieta ne mette in luce i benefici, come la riduzione del colesterolo cattivo, del diabete, delle emicranie e dei problemi digestivi che proverrebbero dal nostro consumo eccessivo di prodotti cerealicoli e industriali. Si può assistere a perdite di peso, ma sono dovute al fatto che ci sentiamo sazi più rapidamente grazie alle proteine animali.

La comunità scientifica è prudente

Nonostante la sua popolarità, questa alimentazione solleva numerose critiche da parte degli scienziati. In causa ci sarebbero i risultati sull’alimentazione dell’uomo preistorico. In effetti, numerosi studi antropologici, come quello pubblicato sulla rivista scientifica Nature nel 2012, provano che i cacciatori-raccoglitori si nutrivano in primis di piante, foglie e frutti invece che di carne, la cui disponibilità era troppo aleatoria.

L’accento sulle proteine animali va anche contro le numerose raccomandazioni nutrizionali che sottolineano i danni causati da un consumo eccessivo di carne. Quest’ultima è infatti associata a un rischio maggiore di quelle malattie che la dieta paleo vorrebbe prevenire, come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l’ipercolesterolemia o ancora l’artrite.

In quanto ai cereali, sono una fonte essenziale di fibre, vitamine e minerali. La dieta mediterranea o quella di Okinawa, che attribuiscono loro un ruolo significativo, sono i migliori esempi di alimentazione al mondo. La loro assenza nel regime paleo solleva quindi non pochi interrogativi.

Nel 2014, l’associazione dei dietologi britannici ha classificato la dieta paleo come le peggiori diete VIP di sempre. Se da un lato si approva l’eliminazione di prodotti trasformati e di zuccheri raffinati, non sembra esserci ragione di vietare altri gruppi di alimenti. Se però siete tentati di provare, vi consigliamo di consultare un medico o uno specialista per assicurarvi che questa dieta sia adatta al vostro stato di salute.


Sevin Rey, «Régime paléo : bienfaits et dangers de la “diète de nos ancêtres”», Le Monde, 28 marzo 2017

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