I cani non parlano in Times New Roman

Come è nato il font Comic Sans

«Il livello di odio era incredibile e piuttosto ridicolo, a dire il vero. Non riuscivo a credere che ci si potesse agitare tanto per un font.»
Intervista di Ben Beaumont-Thomas a Vincent Connare, tipografo

All’epoca lavoravo per il team dei tipografi della Microsoft, che collaborava spesso con applicazioni quali Publisher, Creative Writer e Encarta. Queste volevano ogni genere di font – molti dei quali strani e infantili. C’era un programma, chiamato Microsoft Bob, ideato per rendere i computer più accessibili ai bambini. L’ho aperto ed ecco apparire sullo schermo un cane in cartone animato, che nei suoi fumetti parlava in Times New Roman. I cani non parlano in Times New Roman! Concettualmente, non ha senso.

Quindi mi è venuta l’idea di fare un testo in stile fumetto e ho iniziato a guardare Watchmen e Il ritorno del cavaliere oscuro, graphic novel dove i caratteri scritti a mano sembrano quasi un carattere tipografico. Avrei potuto scannerizzarli e copiarli, ma sarebbe stato poco etico. Invece ho osservato le diverse lettere e ho cercato di imitarle sullo schermo. Non erano schizzi o studi – ero solo io che disegnavo con un mouse, cancellando quello che usciva sbagliato.

Non dovevo fare linee dritte, non dovevo fare niente di perfetto, ed era proprio quella la cosa divertente. Stavo infrangendo le regole della tipografia. Il mio capo, Robert Norton, figlio della stessa Mary Norton che aveva scritto Sotto il pavimento, mi ha detto che la “p” e la “q” sarebbero dovute essere speculari. Io ho risposto: «No, è giusto che sia sbagliato!» C’erano un sacco di problemi come quello alla Microsoft, un sacco di scontri, anche se non fisici.

Il Comic Sans è stato sviluppato troppo tardi per Microsoft Bob, ma i nostri amministratori in ufficio hanno iniziato a usarlo un sacco nelle mail – soprattutto le ragazze più giovani il cui lavoro era quello di rendere tutto più divertente. Organizzavano feste di compleanno ed eventi e il Comic Sans era l’ideale per i loro messaggi allegri. Pian piano è diventato più famoso e alla fine l’hanno incluso in Windows 95.

Ho cominciato a vederlo dappertutto – e poi è iniziato il declino. Hanno anche formato un gruppo, il Ban Comic Sans, con cui istruire la gente a un uso corretto dei font e mi hanno scritto una mail per sapere se fosse corretto fondare il gruppo. Mi sembrava sciocco, ma ho detto che potevano farlo. Ora il declino del Comic Sans si è arrestato, tranne su Twitter: chi mi contatta per lo più dice di apprezzarlo molto.

I font dovrebbero fare esattamente quello per cui sono nati. Ecco perché sono orgoglioso del Comic Sans. Era rivolto agli utenti alle prime armi e ha avuto successo per quel mercato. La gente lo usa in modo inappropriato: se non capiscono come funzionano i font, non avranno alcun potere o significato per loro. Una volta ho sentito un tizio a una mostra di Rothko dire: «L’avrei saputo fare anche io». Chiaramente non sa nulla di arte. Probabilmente usa il Comic Sans senza rendersi conto che in alcune circostanze è sbagliato.

Io ho usato il Comic Sans solo una volta. Avevo problemi con la banda larga di Sky, così ho scritto una lettera in Comic Sans ai gestori in cui esprimevo la mia delusione. Mi hanno dato un rimborso di 10£. In casi del genere raccomando di usare questo font. La teoria di base è che la tipografia non dovrebbe gridare – ma il Comic Sans grida.

Il mio lavoro era quello di abbinare prodotti ai font, una sorta di broker dei matrimoni. Comic Sans era progettato per Microsoft Bob, che in molti modi era un precursore di Cortana o Siri – per persone che avevano problemi con i computer. Una certa Melinda French mi ha dato una mano a produrlo. Non avevo grandi conoscenze sociali e non avevo idea che uscisse con Bill Gates e avrebbe finito per sposarlo.

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La cosa spettacolare è che la gente ha amato il Comic Sans in totale automonia, invece che tramite il marketing della Microsoft. Se viene usato scorrettamente, è perché piace troppo. Casi come quello della presentazione del Cern, in cui hanno annunciato il bosone di Higgs con il Comic Sans, sono del tutto inappropriati. Ma il fatto che la gente abbia la libertà di dire «Questo è il mio font preferito e voglio usarlo» è una cosa meravigliosa. Il declino che ha subito, il livello di odio, è incredibile e piuttosto ridicolo, a dire il vero. Non riesco a credere che ci si possa agitare tanto per un font.

È quasi un carattere anti-tecnologico: molto casual, molto accogliente. È come tornare a casa, alla propria infanzia, un po’ come ricevere lettere dai familiari. E si potrebbe usarlo per evadere da un ambiente di lavoro compassato. Quando usi il Comic Sans, stai facendo un’affermazione: «Sono più rilassato, più creativo. Lavorerò anche in questo campo, ma il lavoro che faccio non definisce chi sono».


Ben Beaumont-Thomas, «How we made the typeface Comic Sans», The Guardian, 28 marzo 2017

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