Il mostro di Loch Ness… marocchino

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Il Marocco richiede il rimpatrio del fossile del “mostro di Loch Ness” locale

Una rinomata associazione marocchina ha contestato in data martedì 21 febbraio 2017 la vendita all’asta dello scheletro di un dinosauro marino vecchio 66 milioni di anni, che si dovrebbe tenere in Francia i primi giorni di marzo, denunciando il saccheggio di un «tesoro patrimoniale unico».

L’Associazione per la Protezione del Patrimonio Geologico del Marocco (APPGM) sospetta un’esportazione illegale del fossile e ha richiesto il rimpatrio immediato del «plesiosauro marino (nome scientifico Zarafasaura oceanis) originario del bacino dei fosfati di Khouribga» nel centro del Marocco.

La vendita all’asta di questa creatura del mare, il cui aspetto ricorda quello del famoso mostro di Loch Ness, «si terrà presso l’hotel Drouot di Parigi il 7 marzo» e il valore stimato per «questo fossile eccezionale» si aggira attorno ai 450.000 euro, stando a quanto dichiarato dalla APPGM.

I plesiosauri sono grandi rettili marini fossili, «le “bestie giganti” primitive più emblematiche, che hanno intrigato scienziati e appassionati per secoli e secoli» e hanno certamente ispirato la leggenda del mostro di Loch Ness, come indica la casa d’aste Drouot nella scheda di presentazione del fossile.

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Messa in allarme da un articolo del quotidiano francese Le Figaro che annunciava la vendita dello scheletro di questo dinosauro a «metà strada tra una tartaruga e un serpente», l’associazione marocchina riferisce di «aver interpellato il Direttore del Reparto Geologia per sapere se di questo esemplare fosse stata autorizzata l’esportazione».

«Se così non fosse» si richiede alle autorità marocchine «di intervenire presso gli organizzatori dell’asta per la restituzione del plesiosauro al suo Paese d’origine, il Marocco».

Secondo la stampa marocchina, che cita come responsabile un dipendente del dipartimento di Geologia del Ministero per l’Energia e le Miniere, questo esemplare sarebbe stato fatto uscire illegalmente dal Marocco.

Sul catalogo online, la casa d’aste parigina Drouot afferma però che «le verifiche preliminari di conformità commerciale per lo sdoganamento sono state debitamente effettuate e l’esemplare è stato ispezionato e controllato dalle dogane e dalle autorità italiane prima delle operazioni di preparazione al restauro», cui ha preso parte un team di specialisti italiani.

«Ci sono voluti quasi due anni di preparazione minuziosa» per restaurare lo scheletro del rettile ed «esporlo in una posizione e in un ambiente realistici» precisa la casa d’aste, sottolineando che «il solo esemplare lontanamente paragonabile esistente è esposto negli Stati Uniti, nel Wyoming Dinosaur Center di Thermopolis.


«Des Marocains veulent rapatrier le fossile de leur «monstre du Loch Ness»», Le Soleil, 28 febbraio 2017

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