Cosa sono i MOBA, questi videogiochi competitivi che attirano decine di milioni di giocatori?
Di William Audureau
La casa produttrice Blizzard (World of Warcraft, Diablo,…) ha lanciato martedì 2 giugno la versione definitiva di Heroes of the Storm, il suo primo passo nel genere dei MOBA. Una categoria di videogiochi che, grazie a DotA e League of Legends, è diventato un fenomeno nei giochi per pc.
Cos’è un MOBA?
Un MOBA è un Multiplayer Online Battle Arena, vale a dire un gioco che mette in scena delle arene nelle quali squadre di giocatori si danno battaglia. La definizione sembra molto ampia, ma determina in realtà un tipo di gioco molto preciso: visuale aerea, controllo di una sola unità (un “hero”), spostamento tramite mouse e lavoro di squadra per distruggere un obiettivo nemico cruciale, spesso chiamato “l’Ancient”.
Da notare che alcuni giocatori rigettano l’appellativo MOBA, introdotto dalla casa produttrice di League of Legends, e preferiscono parlare sia di “DotA-Like”, dal nome del primo grande successo del genere, sia di “A-RTS”, acronimo per “gioco d’azione/strategia in tempo reale”.
Quando sono comparsi?
Si ritrovano idee simili in Herzog zwei, gioco di strategia del 1989 su Megadrive. Ma è stata in realtà Aeon of the Strife, una mappa personalizzata introdotta in StarCraft nel 1998 e poi adottata da Warcraft III con il nome di Defense of the Ancients (o DotA) nel 2003, a lanciare il genere, o ad ogni modo a definire il suo principale ambasciatore, DotA.
Nella storia dei videogiochi, DotA ha conosciuto una traiettoria atipica. Creazione paracommerciale, è stato arricchito nel corso di diversi anni dagli strumenti di sviluppo forniti da Blizzard, il creatore di Warcraft III, e dalle idee introdotte dai giocatori sui forum di questo sottogenere. E ha finito, con un capovolgimento sbalorditivo, per assumere più importanza di Warcraft III stesso. In effetti, il gioco ha acquisito una tale celebrità nella comunità di giocatori per PC che ha anche una canzone a lui dedicata, “DotA”, firmata nel 2006 dall’artista svedese Basshunter.
La canzone da allora ha fatto il giro del pianeta. Il ritornello, in svedese, significa semplicemente: “Siamo su Ventrilo [software online di VoIP] e stiamo facendo una partita a DotA”.
Qual è il MOBA più giocato?
Anche se i concorrenti di DotA sono decine e decine, League of Legends, soprannominato LoL, è indubbiamente il più usato. Lanciato nel 2009, non ha inventato il genere, ma gli si riconosce di aver saputo incamerare i meccanismi di gioco e la sofisticazione di DotA, gioco paracommerciale per appassionati, rendendolo più accessibile al grande pubblico. Ed eliminando anche qualche regola propria del genere, come il “deny”, il fatto di uccidere uno dei propri mostri (o “creep”) per impedire al giocatore avversario di farlo lui stesso e di immagazzinare i punti Esperienza associati.
Basato su un modello commerciale “freemium” (accesso libero e gratuito, transazioni a pagamento per ottenere personaggi migliori), League of Legends è oggi il MOBA più giocato, e anche il gioco per computer più giocato in assoluto, stando alle cifre di Riot, la sua casa produttrice, che dichiara 27 milioni di giocatori al giorno dall’inizio del 2014.
Dietro di lui, Dota 2 (senza la A maiuscola, al contrario del primo) realizza ogni giorno picchi di, in media, un milione di giocatori presenti in simultanea, secondo le cifre di Steam. Nel momento in cui scriviamo, è di gran lunga il gioco più giocato della piattaforma, davanti a Counter-Strike: Global Offensive.
Perché un successo simile?
I motivi sono numerosi. Da uno stretto punto di vista economico, il modello freemium rende il gioco accessibile a interi territori cresciuti con un mercato pirata, che giocano solo gratuitamente (è il caso della Russia e dell’America Latina) ma che rappresentano clienti competitivi.
I giochi stessi, poi, poggiano su una sottile alchimia tra universo fantastico, strategia, azione e dimensione collettiva e competitiva. I MOBA, in effetti, svelano il proprio potenziale poco a poco, al punto tale che il giocatore fa la conoscenza delle diverse tattiche proprie di ogni tipo di eroe solo giocando. Così come una partita a scacchi o a calcio, i ruoli sono inoltre molto definiti e necessitano di un’impeccabile collaborazione tra i giocatori, offrendo ai più assidui la soddisfazione di un lavoro di gruppo ben riuscito.
È anche la ragione per la quale i MOBA sono così premiati nelle competizioni di e-sport. Dei dieci maggiori tornei di videogiochi, nove riguardano MOBA, con un record sbalorditivo di dieci milioni di dollari di premio per l’edizione del 2014 di The International, competizione di Dota 2 organizzata dalla società che ne possiede ormai i diritti, l’americana Valve.
Quali sono le aspettative riguardo a Heroes of the Storm?
Sono importanti, ma più per la casa produttrice, Blizzard, che del genere in sé, il MOBA, ormai saturo. La società americana ha in effetti uno dei migliori portfolio di videogiochi per computer (Warcraft, World of Warcraft, StarCraft, Diablo…) e soprattutto la reputazione di trasformare in oro ogni genere a cui si dedica. È stato il caso di World of Warcraft per il gioco di ruolo in linea, e più di recente con Hearthstone, gioco di carte. Direzione artistica affascinante, cura per i dettagli, ed equilibrio perfetto sono i suoi marchi di fabbrica.
D’altro canto, gli aficionados di Dota 2, appassionati di MOBA più sofisticati, sembrerebbero avere poche ragioni per abbandonare il vecchio per il nuovo, a parte la curiosità. Eppure il nuovo gioco della Blizzard si definisce la migliore introduzione al genere e mantiene diversi riferimenti agli universi dei giochi precedenti, così da aiutare i nuovi arrivati a orientarsi meglio.
In conclusione, poiché DotA era nato dalla costola di Warcraft, con Heroes of the Storm, un DotA-like che riprende in parte l’universo di Warcraft, si chiude il cerchio della storia di MOBA.
William Audureau, «Que sont les « MOBA », ces jeux vidéo compétitifs qui captivent des dizaines de millions de joueurs ?», Le Monde, 2 giugno 2015