Prima di internet

Prima di Internet te ne saresti rimasta in poltrona con un libro aperto in grembo, a fissare lo spazio o una ramazza decorativa appesa al muro – passando da uno all’altro di questi due modi di essere. O forse no. Un articolo-allucinazione di Emma Rathbone per il New Yorker.

Una balbettante bambocciona banda di babbuini

Fleming, Tolkien e CS Lewis sono gli autori che la gente dice più spesso – mentendo – di aver letto. Ma perché? E in cosa si distingue la lista attuale degli autori che più fingiamo di conoscere rispetto a quella degli anni precedenti? David Barnett, giornalista del Guardian, cerca di dare una risposta a queste domande.

Ninety-nine clicks: biblioteche, porte per l’altrove

Silenziose, solenni, sublimi: le biblioteche sono “medicine per l’anima”, come si legge sopra la porta della Biblioteca di Tebe. Un viaggio tra le biblioteche più spettacolari del mondo, firmato Der Spiegel

Formaggio surgelato e vacanze albanesi

La Brexit è ormai più di una remota possibilità: occorre mettersi al riparo. Stuart Jeffries, per The Guardian, propone una guida di sopravvivenza per il post-UE. Parole d’ordine: formaggio congelato, mare britannico e canti marinareschi.

La fortuna di essere dislessico

Benjamin Zephaniah è uno dei più importanti scrittori britannici contemporanei… ed è dislessico. Per usare le sue parole, riportate sul Guardian, “essere dislessici è il modo più naturale di essere. È innaturale invece il modo in cui leggiamo e scriviamo”.

«È il tempo che mi frega»

«In questo mondo di “life hacks” è raro vedere qualcuno fare qualcosa con calma e piacere, per il puro gusto di farlo, che si tratti di chiacchierare con gli amici, dedicarsi a un hobby – per amore, non per Instagram – o fare attività fisica». Rhiannon Lucy Cosslett prova a spiegare perché sempre meno persone trovano il tempo per leggere un romanzo.