#JeSuisCharlie, dieci mesi dopo – II

Seconda parte dell’articolo di Nicola Clark che, per il New York TImes, racconta i problemi di Charlie Hebdo a dieci mesi dagli attacchi in cui persero la vita dodici persone.

#JeSuisCharlie, dieci mesi dopo – I

Il 7 gennaio 2015 la sede di Charlie Hebdo, sconosciuto giornale satirico francese, viene presa d’assalto da due persone armate. A dieci mesi di distanza dagli attacchi, dagli hashtag di solidarietà e dal boom di abbonamenti, la rivista è tormentata da ferite profonde. Qui la prima parte dell’articolo di Nicola Clark per il New York TImes.

I sintomi del terrore

Gli jihadisti non possono toccarci, questo il messaggio lanciato dal mondo politico dopo gli attacchi di Parigi. Ma sono sempre di più i sintomi di un’autocensura davvero preoccupante. A metterli in luce, Claus Christian Malzahn ed Eva Marie Kogel per Die Welt.

L’uragano Murdoch travolge Twitter

Twitter è una piattaforma riservata ai giovani? Se anche fosse così, non ditelo a Rupert Murdoch. Il magnate dei media, a 83 anni suonati, twitta che è un piacere. E quasi sempre scatena un putiferio. Anouk van Kampen, per NRC Q, ha raccolto i cinguettii più significativi (e scorretti) del capo di News Corporation.

I limiti della parola

Come si può definire il concetto di libertà d’espressione? No, non attaccatevi al «non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo»: Voltaire non l’ha mai detto né scritto, fatevene una ragione.
Però se ne può discutere, magari considerando quanto riportato dalla legge. È quello che hanno fatto Daniel Leloup e Samuel Laurent per Le Monde.