Fotografare il cibo non è una tendenza nata con Instagram, come spiega un recente volume illustrato, Visual Feast. L’autrice, Anja Kuznetsova, racconta perché il cibo è così affascinante in un’intervista di Katharina Cichosch.
Categoria: social media
Fagianino dorato
Lo username è un problema che non affligge solo le star di YouTube. Chi di noi non ha scelto un nome utente a dir poco discutibile in passato? Eike Kühl dà un’occhiata agli scheletri nell’armadio – pardon, nell’archivio! – della redazione della Zeit.
Sharenting, le radici del male
Il 90% dei bambini al di sotto dei due anni è presente in rete. E ora una pagina Facebook raccoglie le foto dei bambini rese pubbliche dai genitori. Una perfida trovata per fornire materiale ai pedofili o il legittimo tentativo di mettere in guardia dai pericoli della rete? Un articolo di Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Parola d’ordine: shelfie
La moda del momento su Instagram non è più riprendersi da ogni angolazione, ma bombardare di scatti… la libreria. Più è sistemata, ordinata, classificata, decorata e schedata, meglio è! A parlarci dell’ormai radicato shelfie, Piggy Frey per Le Figaro.
La Memoria non passa attraverso i selfie
«Fammi vedere le foto che mi hai fatto al campo». «Bella questa, la uso per il profilo Instagram». Sul treno da Dachau a Monaco ci due giovani turiste. Hanno appena visitato il campo di concentramento di Dachau. Cosa spinge la gente a mettersi in posa in un campo di concentramento per il proprio profilo social e a taggare le immagini con hashtag come #instacaust, #niceday o addirittura #yolocaust? Se lo chiede Miriam Dahlinger su Bento.
Lezioni di felicità. E tasse.
Scacchi ed equitazione già ci sono; c’è perfino il corso di “felicità”. Ora nelle scuole si vorrebbero proporre lezioni di “alimentazione”. Qual è il senso di queste nuove materie? Se lo chiede Lisa Becker nel Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Casalinghe disperate (e islamizzate)
«Mancano tre giorni alla decapitazione… e non ho idea di cosa mettermi!» Si apre così lo sketch satirico “The Real Housewives of Isis”, diffuso dalla BBC il 3 gennaio. Applaudita quanto criticata, la parodia ha suscitato un fiume di reazioni, come spiega Luc Vinogradoff su Le Monde.
La Finlandia non esiste.
Credete davvero che la Finlandia sia un Paese reale? Allora siete vittima di un complotto internazionale, che coinvolge la Russia, il Giappone, i pesci e i telefoni Nokia. Un articolo bislacco quanto questa teoria, presentato sulle pagine di Le Monde.
Apatia “made in FB”
C’è qualcosa di peggio degli inutili post di Facebook: gli inutili post di Facebook che si convincono di essere importanti. E allora togli l’amicizia a chi ti dà ragione, circondati di contestatori e sovverti l’ordine dall’interno. La ricetta anti-apatia di Facebook firmata Romesh Ranganathan è tratta dal Guardian.
Niente trucco, è solo un’app
Lavori in una grande azienda e ti toccano videoconferenze con colleghi oltreoceano a orari imbarazzanti? Ecco un’app su misura per te, che ti risparmia la fatica di truccarti, presentata da Tomoko Otake sulle pagine del Japan Times.
L’imprecisa onniscienza di Facebook
Con il suo algoritmo, Facebook sembra sapere una sconcertante quantità di informazioni su ogni utente. Informazioni che rivende con profitto agli inserzionisti di tutto il mondo. Ma siamo proprio sicuri che Facebook sia davvero onnisciente? Megan Carpentier, giornalista del Guardian, ha un’opinione ben precisa al riguardo.
Ninety-nine clicks — special edition: #spogliatielavora!
Cosa si fa quando un Presidente (alquanto autoritario, per giunta) vi ordina di spogliarsi e lavorare? Semplice: si inonda il web di foto ironiche e…. nude!