A Bamako, capitale del Mali, ogni due anni si tiene una mostra fotografica organizzata dal governo e dall’Institut Français. La biennale, aperta fino al 31 gennaio 2018, presenta al grande pubblico gli artisti più promettenti del continente africano.
Athi-Patra Ruga usa il mito e le identità alternative in risposta all’era post-apartheid.
Le opere dell’artista Girma Berta cercano di catturare “il bello, il brutto e quello che sta in mezzo”.
Rahima Gambo analizza il modo in cui gli scolari della Nigeria del nord affrontano gli attacchi dei militanti islamici.
Christian Sanna analizza il ruolo dell’avversario come supporto al miglioramento di sé nell’arte marziale del Madagascar, il moraigny.
Fototala King Massassy è l’unico artista malese esposto.
Dopo l’attacco terroristico del 2016 in un villaggio turistico in Costa d’Avorio, Joana Choumali ha voluto documentare la malinconia che l’ha assalita.
Il tunisino Zied Ben Romdhane denuncia con le sue opere l’abbandono dei villaggi estrattivi del Paese.
Con una serie sul “papa nero” Samuel Fosso, originario del Camerun, sembra voler chiedere quando un africano guiderà la Chiesa.
* In copertina, il lavoro di Sarah Waiswa dall’Uganda
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