DNA: allenatore e dietologo

Il lato redditizio dei test del DNA

Entro il 2022 il mercato dei test genetici varrà 261 milioni di sterline e sarà applicato a un’ampia gamma di settori, incluso lo studio dell’albero genealogico, la salute e la bellezza, ma anche gli appuntamenti galanti.
Di Mark Williams

[…] Ogni giorno a Living DNA David Nicholson scopre segreti di famiglia. «Ricordo di aver lavorato con una donna che era stata abbandonata quando aveva solo due mesi» dice. «Con il test del DNA ha rintracciato il cugino di secondo grado e ha potuto ricostruire la propria famiglia così da identificare prima il padre, poi la madre».

Il crescente interesse del pubblico nei confronti della genealogia ha determinato un boom di aziende specializzate in test del DNA.  Il mercato dei test genetici per clienti privati, che nel 2015 valeva 70 milioni di dollari, dovrebbe arrivare a un valore di 340 milioni di dollari entro il 2022. Già ora coinvolge non solo la ricerca dei propri antenati, ma anche settori come bellezza, salute, fitness e persino incontri amorosi. Alcune aziende americane forniscono test del DNA per gli animali domestici, così che i proprietari di cani possano selezionare il perfetto cocktail di razze per i propri amici a quattro zampe. […]

Nicholson ha dato via all’azienda Living DNA, con sede a Frome, nel 2016. L’esperto di DNA possiede anche l’azienda DNA Worldwide, attiva già dal 1999. L’ultima promessa ai clienti è quella di fornire «il doppio delle informazioni di altri test per lo studio del patrimonio genetico».

I clienti pagano 120£ per un tampone, inviato e restituito per posta. In genere i risultati richiedono dalle 8 alle 12 settimane e consistono nell’accesso a vita a un resoconto online – a differenza dei concorrenti, molti dei quali forniscono accesso solo agli iscritti paganti. La principale differenza nei test, dice Nicholson, sono i risultati più dettagliati e più semplici da capire per il cliente.

«Abbiamo sviluppato algoritmi che possono mappare il mix genetico di una persona in 80 regioni del mondo» dice. «I clienti dicono spesso di aver fatto test altrove e di non aver capito i risultati. […] Noi forniamo un servizio semplice e user-friendly».

Nicholsono non sembra sorpreso dall’interesse nei confronti dei test del DNA: i costi relativamente bassi hanno aperto la scienza al grande pubblico. «La sola domanda che tutte le società della storia si pongono è quale sia il nostro scopo: perché siamo qui? Come ci siamo arrivati? Il nostro DNA contiene la storia dell’umanità intera».

Oltre a domande scottanti sulle origini dell’umanità, il successo del test del DNA ha anche aperto nuove possibilità a settori quali bellezza e fitness, nello specifico quando si parla di personalizzare i prodotti.

«Le nostre ricerche mostrano che l’invecchiamento della pelle è influenzato al 60% dai geni e dal 40% dal nostro stile di vita» dice il dottor Martin Stow, CEO dell’azienda GENEU, avviata nel 2014. «Il DNA viene testato nei laboratori di Londra per analizzare i geni associati alla protezione antiossidante e alla rottura del collagene, fattori determinanti nel tasso di invecchiamento della pelle».

«Dopo il test e un colloquio, prescriviamo sieri GENEU personalizzati per ottimizzare e proteggere la pelle del cliente».

I prodotti per la pelle sono una nicchia redditizia: nel 2015 il solo mercato britannico valeva infatti 465 milioni di sterline. Il kit GENEU può costare dalle 200 alle 1.800 sterline, mentre il kit casalingo per il DNA costa 89 sterline, escludendo i sieri prescritti. I clienti possono anche fornire un campione di DNA per l’analisi in negozio – il marchio ha un flagship store in New Bond Street a Londra e un pop-up nei grandi magazzini Selfridges in Oxford Street. Stow spera di riuscire a fornire risultati immediati.

«I test genetici iniziano ad avere un impatto sul settore della medicina personalizzata, ma il vero potenziale è la possibilità per i clienti di fare un test seduta stante, per consumi più consapevoli» dice Stow.

Se i geni rivelano a che velocità invecchia la nostra pelle, è logico che possano dirci come fare attività fisica. Almeno stando a Andrew Steele, di DNAFit, atleta olimpico da poco ritiratosi dalle scene e campione alle Olimpiadi di Pechino. […]

DNAFit è stato fondato dall’imprenditore sudafricano Avi Lasarow nel 2013, proprietario anche di Trimega Laboratories, una delle prime aziende mondiali a commercializzare il test del capello per l’abuso di alcol e droga. Il test genetico DNAFit, disponibile a partire da 99£, usa un tampone di saliva da testare per varianti genetiche. Queste vengono poi analizzate per realizzare un piano di allenamento personalizzato.

«Quello che mi ha spinto a incontrare Avi e a iscrivermi a DNAFit sono state le mie esperienze nell’uso del DNA per capire quale esercizio fisico e quale dieta funzionassero meglio per me» dice Steele, responsabile del prodotto di DNAFit. «I test dicono ai clienti di quali cibi hanno bisogno e a quali sono intolleranti, mostrando gli esercizi più adatti al loro corpo.

«DNAFit è stato creato per estrapolare questi dati ed… [è stato il primo] ad aiutare davvero la gente a comprendere il proprio corredo genetico in relazione a esercizio fisico o risposte nutrizionali […]».

Ma come funzionano questi test? DNAFit ha richiesto uno studio indipendente condotto dalla University of Central Lancashire e ha scoperto un effettivo miglioramento tra chi si allena in base ai geni e chi segue programmi di allenamento indipendenti. Ma alcuni scienziati, come Helen Wallace, sono scettici sulla commercializzazione dei test del DNA. Wallace è il direttore di Gene Watch UK, un’organizzazione senza scopo di lucro che monitora gli sviluppi delle tecnologie genetiche.

«Sciona ha cominciato a vendere [test genetici direttamente ai clienti] nel Body Shop del 2001 dietro consiglio di un dietologo» dice. «Ma quei test sono stati dichiarati fuorvianti nel 2002».

«Oltre a raggiungere un modello economico sostenibile, i fornitori di prodotti e servizi genetici in futuro dovranno adeguarsi alle normative e garantire la fiducia del consumatore. I consumatori dovrebbero essere consapevoli delle limitazioni del test e sapere che non sono ancora in vigore normative per controllare i reclami sanitari mossi alle aziende di questo tipo».

Anche chi si affida al test del DNA per trovare il partner perfetto potrebbe rimanere deluso. «Gli scienziati non hanno ancora scoperto un collegamento tra geni e personalità, ad esempio; conseguenza [cose come] il matching genetico non hanno alcuna base scientifica» aggiunge Wallace.


Mark Williams, «The lucrative rise of DNA testing: ‘we created the market for what we do’», The Guardian, 25 maggio 2017

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