Benvenuti su Asgardia

Asgardia, la prima nazione nello spazio

Un team internazionale di scienziati vuole creare una nazione nello spazio, in orbita attorno alla Terra, avente per missione quella di proteggerci dagli asteroidi.
Di Leila Marchand

«Benvenuti su Asgardia!» dichiara già il sito di promozione. Asgardia – così chiamata in omaggio ad Asgard, città della mitologia nordica – potrebbe essere la prima nazione nello spazio mai creata. La sua missione? Favorire la pace, favorire l’accesso alle tecnologie spaziali e offrire protezione ai cittadini del pianeta Terra.

Questo piano, ambizioso quanto incerto, è stato presentato mercoledì [12 ottobre, N.d.T.] da un gruppo di esperti spaziali di svariate nazionalità (Canada, Romania, Russia, Stati Uniti), come riferiscono il Guardian e Business Insider. La prima tappa consisterebbe, a sentir loro, nell’inviare in orbita, nei prossimi 18 mesi, un satellite robotico. Questo sarebbe poi seguito dall’installazione di una stazione spaziale permanente «dove la gente potrebbe vivere, lavorare, seguire le proprie leggi» descrive uno dei fondatori.

Perché creare una nazione indipendente quando ci sono già programmi come la Stazione Spaziale Internazione (ISS) che uniscono diverse nazionalità? Creando una nuova nazione, le attività spaziali potranno «prosperare senza le severe restrizioni attualmente esistenti legate al controllo dello Stato» affermano gli scienziati con un comunicato stampa. Secondo loro, si tratta di una tappa logica e necessaria dal momento che l’umanità desidera molto poter effettuare viaggi interplanetari.

Un progetto di scudo anti-asteroidi

Per finire, i fondatori di Asgardia auspicano la costruzione di uno «scudo di punta per proteggere l’umanità da ogni impatto cosmico, come i detriti spaziali, le collisioni di asteroidi o le espulsioni di massa coronale» spiega il comunicato.

Ma Asgardia non si sviluppa come complesso militare, al contrario: «l’essenza di Asgardia è la pace nello spazio e la prevenzione di conflitti sulla Terra che possano trasferirsi nello spazio» dichiara Ashurbeyli. Il progetto punta così «a dare accesso alle tecnologie spaziali a chi attualmente non ne dispone». In effetti, solo una manciata di Paesi – Stati Uniti, Europa e Russia in testa – dispongono ad oggi di un’agenzia spaziale.

I cittadini di Asgardia possono già iscriversi

Gli aspiranti “asgardiani” possono fin da ora iscriversi con un semplice modulo sul sito internet e diventare ufficialmente un cittadino della nuova nazione spaziale. E sono in molti a essersi lasciati sedurre: dallo zero di mercoledì, il conto delle iscrizioni è velocemente balzato a più di 60.000 dopo un solo giorno.

Sono anche ben accetti contributi per immaginare quale possa essere la bandiera di Asgardia e il suo inno nazionale.

Si può davvero creare un nuovo Stato nello spazio?

«Quando avremo superato i 100.000 iscritti, potremo ufficialmente chiedere alle Nazioni Unite lo status di Stato» afferma lo scienziato e businessman russo Igor Ashurbeyli, che conduce il progetto. Ma non c’è nulla di certo, come gli risponde Philippe Achilleas, direttore dell’Istituto di Legge dello Spazio e delle Telecomunicazioni e professore di diritto presso l’università di Caen in Normandia.

«Ogni attività spaziale, anche se privata, deve essere autorizzata a livello nazionale, e ogni oggetto spaziale deve essere immatricolato dal Paese che procede al lancio» spiega ricordando il Trattato sullo Spazio extra-atmosferico firmato nel 1967. E poi, la futura Asgardia non corrisponde alla definizione di Stato, secondo il diritto internazionale: «Uno Stato è un governo, una popolazione, ma anche un territorio!». Per non parlare del fatto che la legge di non appropriazione dello spazio impedisce ad Asgardia di appropriarsi anche solo di un angolino di luna o di una cometa.

Malgrado tutto, Asgardia non demorde. «Il progetto è quello di creare un nuovo quadro giuridico per la proprietà e la nazione nello spazio, che adatterà le leggi attuali in materia a seconda delle esigenze di questa nuova era di esplorazioni spaziali» sostiene l’organizzazione nel comunicato.

Silenzio totale sul budget

Al di là delle considerazioni di ordine giuridico, i fondatori della nuova nazione spaziale si mostrano alquanto riservati sulle modalità del loro progetto. «In questo stadio, cerchiamo di non fornire troppi dettagli tecnici» ha risposto Timothy Wild, portavoce del progetto, interrogato da Business Insider.

Allo stesso modo, gli scienziati non dicono nulla sui fondi di cui avranno bisogno per costruire e lanciare la loro stazione spaziale che dovrebbero essere, a rigor di logica, colossali (la stessa NASA, che dispone di un budget considerevole, si preoccupa di non riuscire ad arrivare su Marte). «Siamo convinti che il satellite sarà lanciato entro 18 mesi. Ma in quanto a denaro, ancora non ci siamo». Gli organizzatori sperano che la promozione del loro progetto permetterà di attirare più scienziati, ingegneri, talenti, ma anche donazioni.

L’aspetto accattivante di Asgardia, per quanto stravagante sembri il progetto, è proprio lo stimolo che potrebbe dare, dice Philippe Achilleas: «Rilancia la macchina dei sogni, come aveva fatto Kennedy con la luna. È una nuova generazione, come quella di Elon Musk, che riparte alla conquista dello spazio. E questo rilancia la dinamica e quindi gli investimenti».

I fondatori della «primissima nazione spaziale» non sono comunque pronti a rinunciare alla prima canzonatura. «Chiunque cerchi di fare cose nuove viene inizialmente ridicolizzato» dichiarano. «Ma dopo un po’ la fantascienza diventa realtà scientifica.»


Leila Marchand, «Asgardia pourrait devenir la première nation dans l’espace», Les Echos, 15 ottobre 2016

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