Il Presidente filippino è pronto a “massacrare” i tossicomani ispirandosi… a Hitler
Il Presidente filippino se n’è uscito con un’altra delle sue sparate dopo aver già insultato gratuitamente il suo omologo americano Barack Obama. Questo venerdì [30 settembre, N.d.T.] Rodrigo Duterte ha fatto un paragone quanto meno azzardato tra la sua sanguinosa guerra alla criminalità e… lo sterminio degli ebrei da parte di Adolf Hitler, dicendo che sarebbe «lieto di massacrare» milioni di drogati. L’avvocato populista di 71 anni, conosciuto (solo) per il suo linguaggio sboccato, ha anche tacciato di “ipocrisia” gli Stati Uniti e l’Unione Europea che hanno criticato la sua violenta campagna contro il traffico di droga.
«Hitler ha massacrato tre milioni di ebrei. Beh, ci sono tre milioni di drogati (nelle Filippine). Sarei lieto di massacrarli.» – Rodrigo Duterte
Questa dichiarazione roboante, pronunciata in occasione di un discorso presidenziale, è stata accompagnata da altri eccessi. Ancora una volta, il Presidente Duterte se l’è presa con l’Unione Europea e con gli Stati Uniti, denunciando la loro inazione nella crisi dei migranti in fuga dal Medio Oriente.
«Voi, Stati Uniti e Unione Europea, potete definirmi come vi pare, ma non mi sono mai lasciato andare come voi all’ipocrisia» ha dichiarato. «I migranti fuggono dal Medio Oriente. Voi li lasciate marcire e poi vi preoccupate della morte di 1.000, 2.000 o 3.000 persone?»
I civili incoraggiati a farsi giustizia da soli
In realtà sono più di 3.300 le persone morte da quando il Presidente filippino è stato nominato il 30 giugno scorso. L’enorme maggioranza è stata uccisa da civili, incoraggiati dalla retorica incendiaria del Presidente che li invita a farsi giustizia da soli.
Rodrigo Duterte ha vinto le presidenziali a maggio con un programma incentrato sulla sicurezza che l’ha visto promettere di uccidere migliaia di criminali per porre fine al traffico di droga, uno dei flagelli che affliggono il suo arcipelago. Venerdì mattina, inoltre, il sito di informazioni Risk Map riferiva che otto persone sospettate di essere trafficanti erano state abbattute dalla polizia filippina a Navotas e Caloocan, due città a nord di Manila.
Molte organizzazioni per la tutela dei diritti umani e svariati governi occidentali sono subito intervenuti per denunciare la situazione. In reazione alle loro critiche, il Presidente Duterte ha moltiplicato le dichiarazioni a base di insulti contro l’ONU e l’Unione Europea.
Dopo aver sconvolto la cronaca chiamando Barack Obama “figlio di puttana”, si è accontentato di etichettare il Segretario Generale delle Nazioni Unite come semplice “imbecille”. Fino al suo arrivo al potere le Filippine, ex colonia americana, erano uno degli alleati più fedeli di Washington in Asia. I due Paesi sono infatti legati da un trattato di mutuo soccorso.
«Le président philippin prêt à «massacrer» les toxicomanes en s’inspirant… de Hitler», Le Parisien, 30 settembre 2016