Pokémon Go, il gioco più pericoloso del mondo?
Il gioco per smartphone Pokémon Go produce a livello mondiale una buona dose di irritazione e solleva questioni legali e morali impensate. La Germania sarà davvero preparata all’assalto dei gamer e della loro caccia?
Di Julia Friese
Impossibile che qualcuno l’abbia davvero desiderato. I gamer, avete presente?, quelle persone che se ne stanno sedute sudaticce sul divano a giocare a Candy Crush tra una pila di riviste In touch mai aperte e un attrezzo per esercizi fisici mai usati, adesso escono. Per. Le. Strade. Dicono che un gamer di vecchia data dopo 30 minuti di camminata all’aria aperta è stato ricoverato nell’ospedale più vicino, ma non è una regola. Il gamer, di per sé, è resistente. Tanto da stare sveglio tutta la notte pur di ottenere dei risultati.
Nella placida cittadina di Ludwigshafen una signora un mercoledì sera era così irritata che ha deciso di chiamare la polizia. C’era una coppia davanti a casa sua che non aveva mai visto prima, ha detto all’agente. Aveva paura. Volevano forse entrarle in casa? Eppure avevano i telefoni in mano!
Gli agenti sono arrivati, hanno indagato e hanno potuto stabilire infine che si trattava di due gamer che giocavano a Pokémon Go, sapete, questo gioco per telefono che indica mostri virtuali in giro per la strada, che virtualmente si possono catturare con le cosidette Pokéball.
Cosa succede quando i bambini giocano improvvisamente per le strade?
Da mercoledì 13 luglio il videogioco è disponibile, e la Germania è in crisi. Già oltre dieci milioni di gamer avrebbero scaricato il gioco. Una cifra in aumento. In tutto il Paese, anche per le cittadine bavaresi idilliache di Deggendorf e Passau, sono stati annunciati “raid” notturni di caccia ai Pokémon.
Cosa succede se questa fiumana di giocatori che si ritrova lì calpesta un giardino e un’aiuola di timo limone creata con tanto amore, solo perché vi ha addocchiato un mostro virtuale? È indispensabile partire dal presupposto che i gamer si muoveranno da quartieri socialmente svantaggiati verso zone residenziali migliori, per cacciare.
I genitori sono preoccupati. Cosa succederebbe se i propri figli facessero amicizia con i gamer e volessero uscire per strada a giocare? Potrebbero essere travolti, investiti.
Incidenti, pubblicità e divieto di calpestare il prato per i giocatori di Pokémon Go
Negli Stati Uniti, dove il gioco è presente da ormai più di una settimana, sono già avvenuti incidenti automobilistici che coinvolgevano gamer. E si sono visti dei motociclisti con il cellulare montato sul manubrio pur di non interrompere il gioco. Scandaloso. Questo gioco è un pericolo.
Non ci si può aspettare che i cittadini maggiorenni sappiano prendersi cura di sé. Non si dovrebbe forse vietare Pokémon Go nell’interesse di tutti? L’AfD non ha ancora preso una posizione al riguardo. Altri politici, come Peter Tauber (CDU) o Andreas Richter (SPD) hanno mostrato sui media dei selfie con i mostri Drowzee e Charizard. C’è da aspettarsi che il cancelliere tedesco, Angela Merkel, non compia lo stesso errore eclatante.
Intanto molti negozi cercano di attirare i giocatori con il motto “Gamers welcome”. Così un negozio di articoli per bambini di Berlino twitta: «Scoperto e catturato il primo Pokémon dello store». La sede della Borsa tedesca dovrebbe averne avvistato uno e il polo fieristico di Stoccarda twitta pieno di orgoglio che l’area è «piena di Pokémon».
Negli Stati Uniti almeno un negozio ha offerto ai gamer il 10% di sconto su tutti gli articoli. Almeno un altro negozio conservatore ha sbarrato le porte ai cacciatori di mostri – completamente. In Austria c’è stata la prima reazione all’ondata di gamer da parte di un club calcistico. Il Wolfsberger AC ha installato un cartello a bordo campo: «Durante la partita è severamente vietata la caccia ai Pokémon sul campo».
Un cane con la zampa ingessata
Negli Stati Uniti, le notizie mostrano sempre più casi di violenza contro i gamer. In California, un uomo è stato accoltellato da «cinque o sei uomini» mentre cercava mostri nello Schweitzer Park di Anaheim. E sul campus della University of Maryland quattro persone, tra cui tre studenti, sono stati derubati mentre cercavano mostri. Sono comparse delle armi. Nessuno però è stato ferito. In Florida degli sconosciuti hanno gettato fuochi d’artificio sui gamer da una macchina.
Chi gioca a Pokémon Go non solo è a rischio per la propria incolumità, ma rischia anche di trascurare il proprio lavoro. Un datore di lavoro di Brooklyn, New York, ha distribuito una circolare ai suoi dipendenti sottolineando che non erano pagati per giocare.
Allo stesso tempo, però, i media raccolgono anche casi positivi che coinvolgono i gamer. Ad esempio una giocatrice in Texas, alla ricerca del mostro Jigglypuff, avrebbe trovato un cagnolino ferito (vero!) e l’avrebbe portato in una clinica, attirandolo a sé con un pezzo di pizza. Al cane hanno ingessato la zampa.
I campi di concentramento non sono campi da gioco
Nonostante questa commovente storia, il problema dei gamer naturalmente non è da sdrammatizzare. Come il caso di Boon Sheridan, ignaro cittadino di Holyoke, Massachusetts, che è stato virtualmente espropriato da un gamer. Questo ha costruito una cosiddetta palestra, ovvero un centro di addestramento per mostri, direttamente sulla casa di Sheridan. Di conseguenza, molti giocatori si sono messi a scorrazzare sul vialetto d’ingresso di Sheridan. Nascono nuove questioni etiche: con l’acquisto di un terreno si acquista anche il corrispondente terreno virtuale?
Occorre chiarire anche questioni morali, perché i gamer non si tirano indietro davanti a nulla, a quanto pare. Non solo giocano mentre hanno rapporti sessuali o durante un funerale, ma ci sono stati gamer che hanno dichiarato di dover giocare sul terreno dell’ex campo di concentramento di Auschwitz. Un portavoce del sito commemorativo ha commentato la ricerca di un mostro in questo luogo come «del tutto inappropriata» e ha detto al New York Times di aver contattato il produttore del gioco per rimuovere il campo di concentramento dal campo di gioco dell’app. I negoziati sono ancora in corso.
Se il risultato di queste contrattazioni sembra alquanto scontato, altre questioni sono ancora aperte e non si sa quanto velocemente saranno chiarite. Su una cosa sembrano tutti concordi: bisogna occuparsene il prima possibile, prima che tra quattro settimane il gioco non interessi più a nessuno.
Julia Friese, «“Pokémon Go”, das gefährlichste Spiel der Welt?», Die Welt, 14 luglio 2016