Un’isola pro-fumatori nel cuore dell’Europa
Tutti i Paesi europei hanno introdotto divieti di fumo nei bar e nei ristoranti. Tranne uno. La legge anti-fumo non passa in Parlamento. E le sovvenzioni europee minacciano di scomparire.
Di Hans-Jörg Schmidt
Nei bar del centro storico di Praga i turisti tedeschi possono fare un viaggio a ritroso nel tempo, a quando anche in Germania ci si poteva accendere una sigaretta nei bar e nei ristoranti – e che i vicini se ne facessero una ragione. A Praga le cose stanno ancora così: la Repubblica Ceca rimane l’ultima isola pro-fumo in Europa, mentre nel resto del continente si è passati a divieti e restrizioni.

Ormai è chiaro che la Repubblica Ceca resterà un rifugio per i fumatori europei ancora per molto. La legge anti-fumo già discussa da tempo non ha passato l’approvazione del Parlamento di Praga e questa decisione, che non avrà conseguenze solo per bar e ristoranti, rischia di condurre a una vera e propria crisi politica – oltre che a battibecchi con l’Unione Europea.
È dal 1994 che vengono avanzate richieste per l’approvazione di una legge anti-fumo. Ci hanno provato tutti i ministri della sanità. Invano. Eppure questa volta la speranza dei non fumatori era più forte che mai: si avvertiva davvero la sensazione che presto non si sarebbe più vista quella nebbia bluastra tipica dei bar. Perché per la prima volta, così annunciava un sondaggio, c’erano più non fumatori che fumatori nella Camera dei Rappresentanti.
Il partito dei Cittadini Insoddisfatti (ANO) rifiuta la legge
Perfino Miloš Zeman, Presidente nonché accanito fumatore, aveva promesso il suo appoggio a questa proposta di legge. Zeman aveva anche detto in tono scherzoso, in occasione della sua visita a una fabbrica ceca di sigarette: «Chi fuma non si ammala di Alzheimer – perché muore prima». Ma nonostante la promessa del Presidente, in Parlamento le cose hanno preso una piega diversa.
All’ultima lettura, erano presenti più di 200 emendamenti proposti dall’opposizione, in buona parte insensati, che ridimensionavano una legge di per sé alquanto asciutta. Quando i socialdemocratici – il principale partito al governo – hanno accettato l’emendamento con cui si prevedeva una “zona fumatori senza servizi” all’interno dei bar, è scoppiata la protesta. Il secondo partito per dimensioni, ANO, era così contrariato da rifiutare in maggioranza la legge nel suo complesso. E così, la Repubblica Ceca resta un’isola pro-fumo in Europa. Un fiasco alla sc’vèik.
Nei giorni successivi, i partiti si sono incolpati a vicenda con parole grosse, mettendo perfino in discussione la sopravvivenza stessa del governo. I vertici della coalizione al potere hanno cercato di scongiurare il peggio, vale a dire le elezioni anticipate. Anche i commentatori sui giornali praghesi erano combattuti – per lo più in base a quanto spesso si accendono una sigaretta.
I giornalisti non fumatori erano allibiti dalla “farsa di cattivo gusto”, i fumatori esultavano e parlavano di una “vittoria della libertà” sullo Stato che cerca di «tenere al guinzaglio» il libero mercato «a mo’ di gendarme con regolamenti, quote e divieti». Ora, continuavano, il divieto di fumo non era più all’ordine del giorno: quasi potevano immaginare la gente assaporarsi una sigaretta nel bar del paese mentre in TV i parlamentari litigavano senza sosta.
Tra i giornalisti, i non fumatori ricordavano che stando ai sondaggi anche buona parte dei fumatori avrebbe sostenuto la causa della legge anti-fumo nei bar. Un quarto circa dei cechi fuma, di cui un terzo rappresentato da uomini. Sono cifre costanti da anni, ma in crescita tra i giovani. Il 91% dei fumatori dice di non sentirsi minacciato dalle foto-shock sui pacchetti di sigarette.
Sulla Repubblica Ceca incombe l’ira di Bruxelles
Il fallimento della legge rischia di scatenare dei dissidi tra la Repubblica Ceca e Bruxelles. Entro il 20 maggio tutti gli Stati membri dovevano disporre di una legge anti-fumo. Nel caso della Repubblica Ceca, si sarebbe potuto chiudere un occhio per qualche giorno di ritardo. Ma ora che la legge non è passata il rischio sono tagli alle sovvenzioni.
Nella Repubblica Ceca, la vita vera parla da tempo un’altra lingua: nelle città si vedono spuntare come funghi bar per non fumatori. A quanto pare la loro clientela cerca un rifugio. Anche senza una legge che lo imponga. Ad ogni modo, non ci saranno nuovi tentativi di espellere il fumo dai bar del Paese almeno per la prossima legislatura.
Hans-Jörg Schmidt, «Dieses Land bleibt Europas letzte Raucher-Insel», Die Welt, 26 maggio 2016