The Red Pill: un viaggio nel cuore della moderna misoginia
Di Stephen Marche
Il moderatore di The Red Pill, Morpheus Manfred, dice che la comunità lo ha aiutato a trovare una fidanzata con cui sta da molti anni, e che la comunità è in ultima analisi poco più di una versione online delle chiacchiere da spogliatoio.
La cosa divertente è che Jessica, la mia editor al Guardian, aveva avuto la stessa idea. The Red Pill non sarà mica una versione moderna delle chiacchiere da spogliatoio?, mi aveva chiesto. E io: no, non c’entra niente. Perché?, mi ha chiesto, cosa sarebbero altrimenti le chiacchiere da spogliatoio?
Le cose stanno così. Tu dici al tuo amico: «Mio Dio, hai visto che tette l’istruttrice di yoga?» E lui: «Sì, roba da star male». E tu: «Già». Poi lui dice: «Sai che una volta ho succhiato delle tette così?». E tu gli dici: «Sì, certo». «No, davvero». «Chi?». «Una in Brasile». «Facile da dimostrare, vero?». Lui alza le spalle, ride, e tu ridi.
La quantità di chiacchiere da spogliatoio è inversamente proporzionale alla propria familiarità con le donne. Quando ti innamori o ti sposi, non puoi più parlare con gli amici dei corpi femminili con dettagli così precisi, perché metti che il tuo amico lavora con tua moglie: non vuoi che pensi alla sua scollatura mentre lo sta licenziando!
Presto, però – tra i trenta e i quaranta, all’incirca – emerge un nuovo tipo di chiacchiere da spogliatoio: tu chiedi al tuo amico in che campo estivo ha iscritto le figlie. Il tuo amico ti dice che sta cercando qualcosa di inerente la scienza. Tu rispondi: «Sì, bisogna combattere quegli stupidi luoghi comuni e lo STEM [Istruzione nel campo di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, N.d.T.]. E lui: «Esatto». Tu dici: «Sto già facendo qualcosina, gite al parco scientifico, ad esempio». «Dovremmo andarci assieme, qualche volta». «Volentieri».
E poi mentre porti con lui le figlie al museo delle scienze ti passa davanti una donna bellissima, guardi il tuo amico, il tuo amico ti guarda, e non avete nulla da dirvi.
Non dico che le cose debbano andare così. Francamente, è anche abbastanza umiliante. Ma è una verità: se hai un pene e un’anima, entrambi funzionanti, devi abituarti a convivere con le contraddizioni.
È proprio questo che manca ai ragazzi di The Red Pill. La loro mancanza di humour è impressionante […] e le loro fondamenta intellettuali sono un glossario, o meglio un linguaggio condiviso di lamentele e opinioni. Abbiamo, ad esempio:
Alpha – uomo socialmente dominante. Qualcuno che mostra alto valore o tratti sessualmente appetibili per le donne.
SMV – Sexual Market Value. Una breve dichiarazione di “Cos’hai da offrire”, sia per la storia di una notte che per una relazione più lunga.
HB – Hot Babe (spesso seguito da una classifica in scala da 1 a 10).
AF/BB – Alpha Fucks/Beta Bucks. AF/BB, come idea, è strettamente collegata a AWALT (“All Women Are Like That”). Tutte le donne, secondo questa argomentazione, dividono gli uomini in due tipi: maschi alfa che vogliono scopare, e maschi beta che usano per ottenere sostegno emotivo e finanziario in cambio di sesso.
Definizioni come queste sbucano come funghi. Il loro scopo primario è la chiarezza, ovviamente. Più della lussuria o dell’odio, i ragazzi di The Red Pill vogliono chiarezza per sfuggire alla confusione. Desiderano un sistema con il quale comprendere il desiderio stesso.
Ma non lo vogliamo tutti? […]
Nel glossario di The Red Pill, emergono anche queste due voci:
Oneitis – Quando un ragazzo si innamora di una donna nello stesso modo in cui ama la madre. Si strugge per lei ma questa non ricambia.
L’unicorno – Creatura mistica che non esiste, cioè la Donna dei Tuoi Sogni.
Scavando tra la misoginia e la spavalderia, si capisce che i ragazzi di The Red Pill vogliono Quella Giusta. Sono persi in questa ricerca quanto ogni generazione di uomini che li ha preceduti.
The Red Pill mostra odio verso le donne in un contesto di uomini che non vogliono altro che piacere alle donne e che vivono in un mondo con un mercato sessuale che provoco loro ansia. […]
Quello che servirebbe ai ragazzi di The Red Pill, in tutta onestà, è una dose massiccia di poesia romantica. Hanno bisogno di un bel corso sui romanzi di Jane Austen e Dostoevsky, combinati con una terapia massiccia di capacità negativa.
Hanno bisogno di imparare che l’amore è mostruoso, nel senso più antico come in quello più moderno del termine – che l’amore è infinitamente più potente o reale di un qualsiasi mercato, sessuale o di altro genere.
Devono leggere Freud, che ha scritto che ogni uomo vuole uccidere il proprio padre e dormire con la madre, e che l’unico modo per essere civilizzati è riconoscere che siamo barbari nel profondo. […]
Stephen Marche, «Swallowing the Red Pill: a journey to the heart of modern misogyny», The Guardian, 14 aprile 2016