Prima di Marvel e DC: supereroi del mondo antico
Le storie di benefattori mascherati tratte dai fumetti dominano il cinema, ma non sono nuove – in realtà traggono le loro origini dal mondo antico.
Di Natalie Haynes
Negli scorsi anni, anche il più accanito fra i nerd amante dei fumetti si sarà chiesto se non ci fossero troppi film di supereroi nel locale multisala. Per ogni Iron Man o Avengers, ci sono stati un paio di (poco) Fantastici Quattro e Hulk abbastanza dubbi da distruggere lo spirito più indomito. Gli studios continuano a produrre questi film perché sanno che il pubblico accorrerà in massa a vederli, anche se gli eroi dovessero essere un procione e un albero. Quindi la domanda è: perché siamo così attratti dalle storie di supereroi? E da quando?
La risposta alla seconda domanda è più breve della prima. I supereroi esistono da quando esistono le storie, prima della scrittura e in tutte le culture di cui ci sia traccia. Fionn Mac Cumhaill costruì il Selciato del Gigante nell’Irlanda del Nord e Gilgamesh sconfisse Humbaba in Mesopotamia. Rama fu esiliato da Ayodhya in India, mentre Beowulf ammazzò Grendel e la madre di Grendel in Scandinavia. E questo ben prima degli antichi Greci, che vantavano una pletora di eroi in grado competere con qualunque collezione della Marvel o della DC.
Le regole su cosa renda un supereroe tale sono abbastanza flessibili. Superman è un alieno, anticipato di quasi due millenni dall’autore di satire assiro Luciano di Samosata che scrive nelle sue Storie vere di armate extraterrestri impiegate in guerra. Spiderman è stato morso da un ragno radioattivo, e Bruce Banner viene esposto a raggi gamma: in altre parole, sono comuni esseri umani con poteri straordinari loro imposti. Gli antichi usavano una tecnica narrativa simile ma con i semidèi come spiegazione, invece della scienza: Perseo, ad esempio, è un eroe perché suo padre è Zeus. Wonder Woman, come Ippolita e Pentesilea prima di lei, è un’Amazzone, quindi semidivina.
I superpoteri di Bruce Wayne e Tony Stark sono le loro carte di credito illimitate, il che spiega anche perché Agamennone – certamente il meno eroico di tutti gli eroi – è più preoccupato di acquisire bottino di qualunque altro eroe greco della guerra di Troia: il denaro è potere. Ma forse il mio sottogruppo di supereroi preferito include Occhio di Falco e Freccia Verde, i cui superpoteri “sono specialmente forti con arco e frecce”. Questo li lega a doppio filo al più astuto di tutti gli eroi antichi, Ulisse. Dopo un’assenza ventennale dalla sua casa a Itaca, dimostra la sua identità a quelli che lo pensavano morto da tempo tendendo un arco e scoccando una freccia attraverso le fessure di dodici scuri allineate.
Ogni supereroe ha la sua storia, e un numero sorprendentemente ampio di eroi moderni deve la sua origine a miti di dèi ed eroi esistiti millenni prima dei loro discendenti culturali. Anche Ant-Man non è un fenomeno del tutto recente: Zeus si trasformò in una formica nel suo progetto di far sesso con ogni ragazza carina del mondo antico, progetto che prevedeva di trasformarsi in una vasta gamma di creature. Leda si lasciò ammaliare da uno Zeus sotto forma di cigno; la povera Eurimedusa da uno Zeus-formica. I guerrieri di Achille, i Mirmidoni, secondo la leggenda devono il loro nome da questa unione (in greco, formica si dice myrmex): anche loro sono Ant-Men.
Fumetti e classici
Questo quindi ci riporta alla prima domanda, assai più complicata: cos’è nella narrativa dei supereroi che ha un fascino tale da spingerci a raccontare storie su uomini e donne con superpoteri fin da quando abbiamo iniziato a raccontare storie? Per gli antichi, eroi e dèi agivano come una sorta di ponte tra quello che potevano capire e quello che non riuscivano a spiegare. Ad esempio, gli antichi Greci e Romani vissero diversi terremoti; sapevano che la terra tremava, ma non avrebbero mai potuto immaginare l’esistenza di placche tettoniche. Quindi estrapolavano: un leggero tavolo di legno trema se batti i piedi lì vicino, su un pavimento di legno. Quando gli edifici tremano, è sensato pensare che qualcosa di molto potente stia battendo con forza i piedi sul terreno da qualche parte. Da qui Poseidone acquisì l’onorificenza di “agitatore di terre”. L’idea di un dio in agguato sotto l’oceano che batte il tridente sul fondale marino a noi può sembrare una spiegazione fantasiosa. Ma come modo di elaborare le informazioni disponibili nell’antichità, non è male.
E gli eroi di Iliade, Odissea ed Eneide – i poemi epici della guerra di Troia e degli anni che seguirono – spesso hanno una stretta connessione con gli dèi che plasmano la loro storia. Achille è il figlio di Teti (una ninfa del mare per cui Zeus aveva un debole). Enea è il figlio di Venere e benché Ulisse vanti discendenze mortali, è il prediletto di Atena (e l’oggetto dell’odio di Poseidone). Ulisse è descritto da Omero come polúmetis, che significa uomo “dai molti inganni”. Eppure, alcuni dei suoi piani migliori gli vengono forniti da un dio o da un altro: senza l’aiuto di Ermes, ad esempio, non avrebbe mai ideato lo stratagemma necessario per sconfiggere la maga Circe.
Questa connessione con un potere superiore che può influenzare il mondo attorno a loro (che sia Zeus o la SHIELD) è un aspetto cruciale di molti eroi. E forse è proprio questa particolare caratteristica che garantisce al supereroe una delle sue tendenze più preoccupanti: l’eccessivo individualismo che gli permette di operare al di fuori delle regole della società e oltre o al di sopra della legge. È un tropo comune dei moderni film di supereroi: chi è Batman per decidere il tipo di giustizia che si merita Gotham? In fondo, non è che un vigilante mascherato che si pone al di sopra dei suoi concittadini e agisce da giudice, giuria e a volte boia nei confronti dei cattivi che popolano la città.
X-Men esistenziali
Anche questo tema è tutto fuorché moderno. Nel libro II dell’Iliade, compare brevemente un uomo chiamato Tersite. Non è descritto, come molti personaggi, con riferimento a suo padre: chiunque sia, non è abbastanza importante perché ne venga citata la discendenza. Tersite è volgare e deforme: siamo portati a concludere che non abbia la stoffa dell’eroe. A maggior ragione quando inizia a parlare e se ne esce con una critica pungente di Agamennone, il re di tutti i Greci: Tersite lo accusa di essere avido e codardo – sentimenti che richiamano quanto ha detto Achille di Agamennone in parti precedenti del poema.
Tersite viene sconfitto da Ulisse e piange di dolore e umiliazione. Ma la domanda si è fatta largo nella mente del pubblico: perché Agamennone dovrebbe essere trattato come un grande re, degno di tutti i tesori che rivendica come propri? Cosa lo rende superiore a noi, a parte il suo enorme amor proprio? Specie quando tutti concordano che sia Achille il guerriero più grande, l’uomo più coraggioso.
E cosa succede quando un eroe devia dal percorso che buona parte di noi considera buono? Magneto, ad esempio, comincia a lottare al fianco di Charles Xavier, prima che le loro scelte li dispongano su schieramenti diversi. La sua storia riecheggia quella di Aiace, che combatte al fianco degli altri eroi greci nella Guerra di Troia. Ma dopo essere stato ingannato su ciò che considera la sua giusta ricompensa (che invece viene data ad Ulisse), si rivolta contro i compagni di un tempo. Un incantesimo di Atena (che come sempre protegge Ulisse) gli annebbia la mente e lo convince di star massacrando guerrieri greci ,mentre in realtà sta uccidendo bestiame. L’umiliazione è così terribile che quando si rende conto di ciò che ha fatto si toglie la vita.
Siamo sicuramente attratti da eroi e supereroi perché illuminano la condizione umana – e lo fanno proprio perché operano su un livello “disumano”. Gli eroi sono come noi, ma di più: più forti, più intelligenti, più veloci. Soffrono delle stesse fragilità umane che abbiamo noi, ma a causa dei loro poteri superiori, le loro lotte si combattono in un’arena più spettacolare della nostra.
I supereroi impongono ordine in un mondo caotico, spesso riempito di poteri nefasti (dai disastri naturali ai supercattivi) che semplici mortali non possono identificare o sperare di combattere. Chiaramente preferiamo un mondo di supereroi anarchici a uno senza supereroi. E lo abbiamo sempre fatto.
Natalie Haynes, «Before Marvel and DC: Superheroes of the Ancient World», BBC, 19 agosto 2015