Lo stress del tempo libero

Sbaglio o un tempo non c’era così tanto stress?

Oggi si lavora meno che mai, ci sono più vacanze e un’infinità di elettrodomestici. Eppure siamo sovraccarichi. Perché la vita dei nostri genitori era molto più semplice.
Di Kathrin Spoerr

Di recente una mia collega è arrivata ancora una volta in ritardo alla riunione mattutina: nove e mezza, già affannata e a pezzi. Ai piedi indossava due calze diverse. Una blu, una nera. Quando se n’è accorta, ha detto quello che si dice in circostanze simili.

Ha detto: «Colpa dello stress». Non serviva altro. La capivamo bene. La mia collega ha un lavoro, un marito, una villetta a schiera, due figli, un giardino, un hobby, eccetera, eccetera, eccetera, quella che si dice “una vita piena”. Il suo stress è sconfinato.

Proprio come il nostro stress. Lo stress si attiva al risveglio, e si conclude solo quando crolliamo a letto. E intanto siamo pressati da così tanti compiti che non riusciamo nemmeno a contarli. Desideriamo pause che non riusciamo a fare, nemmeno in vacanza.

Chi ritorna dalle vacanze e racconta quanto sono state faticose riceve da tutti cenni di comprensione. Annuisco sempre anch’io perché io stessa sono una di quelle persone che tornano stressate dalle vacanze, ma ad essere onesta non capisco noi e il nostro stress.

Aspirapolvere, cuociuova, colf

Mia nonna, ad esempio, aveva quattro figli e una fattoria. Era una contadina, quindi non era mai in vacanza, perché gli animali vanno curati sempre, anche a Natale. Si alzava alle quattro di mattina e andava nella stalla a mungere le mucche, poi tornava in casa a preparare la colazione, poi usciva in giardino a occuparsi delle verdure, poi a casa, a cucinare il pranzo per 20 persone, poi nei campi, in giardino, in cucina e così via, finché alle dieci andava a dormire. Aveva una giornata lavorativa di 18 ore, una settimana lavorativa di 7 giorni e nemmeno un giorno di ferie garantito per legge. Era felice.
Le mie colleghe hanno rispettivamente due, due, tre, uno e zero figli. Abbiamo una settimana lavorativa di 36,5 ore. Abbiamo lavastoviglie, lavatrici, aspirapolveri, cuociuova, colf, 30 giorni di ferie l’anno e comunque la sensazione di portare sulle spalle il peso del mondo.

Ci lamentiamo che il lavoro continua dopo il lavoro, perché le mail arrivano anche nei festivi, perché prima di dormire o nel fine settimana lavoriamo ancora ai nostri testi e perché non riusciamo a smettere di pensare al lavoro, ed è vero.

Amicizie su Facebook e programmi di cucina

Eppure i nostri nonni e genitori molto probabilmente hanno trascorso più tempo di noi al lavoro, a produrre reddito. Quindi non c’entra la quantità di lavoro. È qualcos’altro. Qualcosa che negli ultimi anni si è moltiplicato in maniera esponenziale, che non ci concede pause o, per meglio dire, che è diventato la nostra pausa, perché nelle pause ci occupiamo di quello. È qualcosa di molto, molto presente nelle nostre vite.

Mia nonna faceva compere una volta l’anno. Non so cosa comprasse, parlava sempre di scarpe, come se le scarpe fossero l’unica cosa che non poteva costruirsi da sola, ma devono esserci state un paio di altre cose.

Una volta l’anno veniva la sarta e cuciva ad ogni bambino due vestiti. Il pane lo faceva la nonna, e la verdura era in giardino. Le galline fornivano le uova e nelle stalle c’era carne in abbondanza. Mia nonna, a parte lavorare, non aveva quasi nulla da fare. Non doveva fare shopping, uscire, prenotare vacanze.

Non doveva rispondere alle mail, curare le amicizie su Facebook, schivare programmi di cucina. Non doveva rimanere aggiornata su tutto. Niente moda né ultime tendenze né serie tv recenti.

Il tempo libero è un’illusione

Non doveva scarrozzare i figli per assecondare i loro hobby, diversi ogni due mesi, e quasi non si doveva nemmeno occupare dei figli, perché questi si occupavano di loro stessi e, tranne quando erano a scuola, erano impegnati per buona parte del tempo tra di loro e con loro stessi.

All’epoca la vita era certamente dura. Molto più dura della nostra vita d’oggi. Eppure a suo modo era anche molto più semplice. Era molto chiara. Il giorno era scandito in lavoro e pause. Durante le pause si mangiava o dormiva. Durante il lavoro si lavorava. Per noi le cose non stanno così.

Il giorno è scandito in lavoro e tempo libero, ed è statisticamente facile dimostrare che la quantità di tempo libero è in costante aumento. Il tempo libero però non equivale alla pausa. Anzi, è l’esatto opposto. Il tempo libero ci sfinisce. Il nostro tempo libero è l’illusione di avere tempo libero. Il tempo libero è un oceano di possibilità in cui pescare ciò che è meglio per noi.

Di recente, ad esempio, mi sono comprata una macchina per il caffè perché bevo caffè quanto faceva anche mia nonna. Ci ho messo quattro settimane per scegliere tra le 9999 macchine disponibili sul mercato proprio quella che si adattava perfettamente alle mie esigenze.

La macchina fa il caffè premendo semplicemente un pulsante. Prima, però, devo riempirla con chicchi di caffè e acqua, svuotare i fondi di caffè e i contenitori, e non posso dimenticarmi di cambiare il filtro dell’acqua, di pulire gli ingranaggi con un detergente speciale, di lasciare gli ugelli liberi e di sterilizzare il tubo per la schiuma.

Avrei potuto stipulare un contratto di manutenzione, ma non l’ho fatto, e ogni giorno passo in media cinque minuti a prendermela con me stessa per la mia spilorceria, che mi ha impedito di evitare lo stress che mi provoca la macchina del caffè. Ma sarebbe stata una follia, perché i molti contratti di manutenzione che ho già stipulato implicano un notevole dispendio economico.

La mia manutenzione costa tempo, che non ho. La maggior parte dei miei contratti di manutenzione marciscono in un cassetto e gli elettrodomestici non vengono né curati né riparati, ma usati finché si rompono e poi sostituiti.

Tutto a ritmo di moda

Comunque, mi gusto il caffè. Temo però che mia nonna si gustasse il caffè non meno di me. Per tutta la vita ha fatto il caffè con una caffettiera che non necessitava di alcun tipo di manutenzione.

Le cose stanno così: mentre la lavatrice lava gli acquisti del nostro ultimo ordine online, senza sosta e a ogni possibile temperatura, mentre la lavastoviglie si occupa dei piatti e mentre la colf elimina le tracce degli ospiti di ieri e prepara l’appartamento per gli ospiti di oggi, noi andiamo con i figli alla lezione di violino e al ritorno facciamo un salto all’Ikea per strada e a casa su HM.com, perché consumiamo vestiti, mobili e in generale ogni cosa a ritmo di moda.

Abbiamo gli armadi pieni, ma niente da mettere, abbiamo un numero folle di armadi e scaffali e libri e pentole e ciarpame, ciarpame inutile che mettiamo in armadi e scaffali e poi dimentichiamo lì, perché nessuno riesce a tener d’occhio così tanti scaffali e armadi. E intanto: mai dimenticare le mail.

Una vacanza nella vita

Ogni anno impiego settimane a prenotare le vacanze per la mia famiglia. C’è un numero folle di paesi, continenti, hotel, classi di prezzo, agenzie di viaggio online, e non mi accontento di una vacanza qualsiasi, ma cerco ogni volta la vacanza perfetta, e questo almeno tre volte l’anno.

Mia nonna è stata in vacanza una volta sola nella sua vita, in Tirolo. Prima di sposare mio nonno e la sua cascina. Ha usato i mobili della dote fino alla fine. A 40 anni indossava le stesse cose che a 70. Non aveva una tv, uno smartphone, un computer o Amazon. I suoi figli non giocavano a hockey o a tennis. Lavorava. Faceva delle pause.

A volta desidero lo stile di vita di mia nonna. Ma non a lungo, perché il cellulare mi distoglie da questi desideri sciocchi e falsi. Nuova email, oggetto: importante. Devo sapere di cosa si tratta, subito. No, un attimo. Non devo saperlo. Voglio saperlo.


Kathrin Spoerr, «Früher war irgendwie weniger Stress, oder?», Die Welt, 22 dicembre 2015

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ilario ha detto:

    Ma davvero i nostri nonni non erano stressati?

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    1. alicerampinelli ha detto:

      Che non fossero stressati del tutto è impossibile, ma non è inverosimile che lo fossero meno di noi (visto anche il loro stile di vita). Non credi?

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    2. licht234 ha detto:

      Lo erano sicuramente, ma immagino che non avessero il tempo, o l’abitudine, di lamentarsene.

      Piace a 1 persona

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