Perché la gente crede alle fesserie spacciate per affermazioni profonde?
Di Tania Lombrozo
Leggete queste due frasi:
«Non siamo proprietà emergente di un universo meccanico, ma attività ciclica di un cosmo vivente».
e
«Il significato nascosto trasfigura una splendida bellezza astratta».
Quale delle due è la più profonda?
La prima è presa dal profilo twitter di Deepak Chopra. La seconda è stata generata da un sito che assembla più o meno a caso le parole dei tweet di Chopra, preservandone la struttura grammaticale. Onestamente, però, potrebbero sembrare entrambe farneticazioni – o, come le chiamano Gordon Pennycook e colleghi in una ricerca pubblicata sulla rivista Judgement and Decision Making,«stronzate pseudo-profonde». In questo documento si fa riferimento a quattro studi che hanno coinvolto più di 800 studenti universitari reclutati nel campus o in internet per dare una valutazione di profondità a una serie di frasi, incluse le due riportate qui sopra. I ragazzi, poi, hanno completato anche dei test aggiuntivi per determinare cos’è che rende alcune persone più vulnerabili alle assurdità pseudo-profonde.
Quindi, quali sono stati i risultati di questi studi sulle differenze individuali nella rapporto con la pseudo-profondità? O, detto in altro modo, perché alcuni scoprono subito che si tratta di fesserie e altri no?
In uno studio, il più efficace, i partecipanti davano una valutazione non solo a frasi pseudo-profonde, ma anche a frasi motivazionali, che seppur in minima parte sono profonde. Ad esempio, una di queste frasi era:
«Un fiume rompe la roccia non per la sua potenza ma per la sua perseveranza».
I partecipanti con i migliori risultati, ovvero chi valutava come più profonde le frasi motivazionali e meno profonde le fesserie, avevano una mente analitica e riflessiva, e si dichiaravano scettici nei confronti del paranormale e delle affermazioni superstiziosi quali “l’astrologia è un modo per predire in maniera accurata il futuro” o “i gatti neri portano sfortuna”. La cosa ha senso: l’abilità di distinguere ciò che è profondo o scientifico da ciò che non lo è richiede pensiero critico e analitico.
Gli studi di Pennycook e colleghi, però, sono stati alquanto distorti dai media. Ad esempio, il Daily Mail titola: «Chi posta frasi motivazionali su Facebook e Twitter possiede ‘bassi livelli di intelligenza’». In risposta a un articolo del Cornish Guardian, lo stesso Chopra ha twittato: «Amici miei, uno studio ‘scientifico’ mostra che noi (io e voi) abbiamo bassi livelli di intelligenza». In realtà, lo studio non parlava di postare frasi motivazionali sui social. E se è vero che comprendeva misure riferite all’intelligenza dei partecipanti, è anche vero che solo lo “stile cognitivo” – quella tendenza di pensare in modo analitico o euristico – permette di determinare se un soggetto saprà distinguere frasi significative e profonde da semplici sciocchezze. Le misure di intelligenza canoniche – come l’intelligenza verbale e fluida – non permettevano di determinarlo. Quanto si poteva affermare, come hanno fatto due studi, è che le misure di intelligenza canoniche determinano una propensione generale nel valutare alcune frasi come profonde, il che può significare che si cerca di trovare tutto profondo, oppure che si valuta per eccesso senza disporre di una particolare ricettività alle fesserie poco profonde.
Lasciando da parte i titoloni gonfiati, queste nuove scoperte sottolineano l’importanza di “individuare le fesserie” (per usare le parole di Carl Sagan) e suggeriscono quali caratteristiche ha il buon conoscitore di fesserie. In particolare, il pensiero analitico e un sano scetticismo sembrano aiutare molto a prendere le distanze dalla pseudo-profondità. Chi ne diventa preda, però, non è in automatico “meno intelligente”. Distinguere il profondo dallo pseudo-profondo richiede più della semplice materia grigia, vale a dire competenze specifiche e fiducia nelle proprie capacità di comprensione. Ad esempio, cosa sarebbe l’«attività ciclica di un cosmo vivente»? A me sembra un’assurdità, ma lo stesso vale per la meccanica quantistica. Sono più che propensa a etichettare la prima frase come “semplice fesseria”, ma non faccio lo stesso con la meccanica quantistica. Nel primo caso, ritengo ci sia un problema con la frase o la fonte: non ha proprio senso. Quando passo alla meccanica quantistica, però, attribuisco la mia mancanza di comprensione a ignoranza personale – a competenze insufficienti. Alcune persone possono essere suscettibili alla pseudo-profondità perché ritengono che i segni superficiali di profondità – paroloni astratti, vaghezza – siano una ragione valida per attribuire la scarsa comprensione alla propria ignoranza, e non a un problema della fonte.
Considerate altri due studi passati. In uno studio, i partecipanti giudicavano degli abstract scientifici come di grande qualità solo perché contenevano termini matematici totalmente irrilevanti. In altri studi, la gente si dimostrava più attratta da spiegazioni scientifiche che contenevano linguaggio delle neuroscienze del tutto irrilevante rispetto alle spiegazioni che ne erano prive. In entrambi i casi, gli esperti invece non erano così facili da ingannare. Queste scoperte non implicano necessariamente che i non-esperti sono stupidi. Solo non sono esperti, e non sono nella posizione adatta per valutare se matematica o neuroscienze sono parti importanti del puzzle. Si affidano a indizi superficiali – sembra tutto così scientifico! – in assenza della conoscenza pregressa richiesta per una valutazione più profonda.
Lo stesso potrebbe valere per le assurdità pseudo-profonde. Alcuni potrebbero essere attratti da parole che suonano bene su argomenti profondi e astratti, al di là della loro coerenza, perché si affidano al fatto che le parole sembrino profonde, non che lo siano davvero. Non hanno le competenze o la motivazione per fare una valutazione più profonda. È un fallimento, ma non dovrebbe essere scartato come un semplice caso di “scarsa intelligenza”.
Se non siete convinti, considerate ancora un’ultima frase:
«Le stronzate sono un aspetto consequenziale della condizione umana».
Analisi profonda? O stronzata pseudo-profonda? In realtà, quest’affermazione viene dal documento di Pennycook e colleghi – è la prima frase della parte conclusiva, dove cercano di far capire quanto le stronzate siano ovunque e come è importante saperle riconoscere.
Sapere se la loro è una conclusione significativa o meno richiede intelligenza – ma anche conoscenze di base del contesto scientifico. Non sarebbe difficile per chi non è del settore confondere un’affermazione significativa con una completa assurdità.
Tania Lombrozo (@TaniaLombrozo) è docente di psicologia alla University of California, Berkeley. Scrive di psicologia, scienze cognitive e filosofia, con brevi incursioni nel campo della genitorialità e del veganesimo.
Tania Lombrozo, «What Makes People Susceptible To Pseudo-Profound ‘Baloney’»?, NPR, 7 dicembre 2015