L’arte dell’effimero

Snapchat, o l’arte di inviare messaggi effimeri ai propri contatti

Martedì 16 settembre Snapchat, social network molto in voga tra gli adolescenti, ha effettuato un aggiornamento. Qui di seguito, uno sguardo ai servizi che offre.
Di Damien Gouteux

Cos’è Snapchat?

Si tratta di un’applicazione gratuita per smartphone creata nel 2011, che permette di inviare messaggi o “snap” con testi, foto e video progettati per autodistruggersi da uno a dieci secondi dopo essere stati aperti. Inventata da tre studenti dell’università di Stanford, l’app (che ha per logo un fantasmino) prometteva di reintrodurre il divertimento nella comunicazione grazie alla natura effimera dei messaggi, stando alle parole di Evan Spiegel, uno dei fondatori.

Oltre agli “snap”, gli utenti possono comporre “stories”, che uniscono più “snap” e sono visibili per 24 ore. Sono condivisibili con tutti gli utenti dell’app oppure solo con un gruppo di amici. Dal giugno 2014, l’uso delle storie supera quello degli “snap” inviati a un solo interlocutore, secondo The Verge. Inoltre l’app permette di conversare in linea con messaggi di testo o video.

Chi la utilizza? Perché?

«Per chi ha più di 25 anni, forse Snapchat è un enigma» riassume il sito User Testing. Nel luglio 2014, Business Insider affermava in un suo rapporto sul social network che su 100 milioni di utenti, il 70% era rappresentato da donne e il 71% aveva meno di 25 anni. Un’app, insomma, con cui mantenere contatti e ridere con gli amici: questo il target di mercato. Nello stesso rapporto si dichiara che ogni giorno su questo social network sono visti più di 4 miliardi di video, dal che se ne deduce un uso frequente.

Snapchat ha conosciuto inizi molto controversi. Uno studio del 2013, riportato su Brand Republic, stabiliva che la metà degli utenti britannici tra i 18 e i 30 anni usava l’app per fare sexting, ovvero inviare messaggi a sfondo sessuale. Forzando l’autodistruzione dei messaggi, come le missive per Ethan Hunt in Mission: Impossible, Snapchat prometteva discrezione in un universo virtuale dove la pressione della società è reale e scandali del tipo “revenge porn” sono all’ordine del giorno.

I messaggi sono davvero confidenziali?

Fin dalla sua concezione, l’app si è scontrata con problemi di confidenzialità. Per ragioni tecniche, i messaggi non letti vengono conservati nei server della società per 30 giorni – come spiegano le condizioni d’uso – oppure vengono distrutti una volta letti dai destinatari. Chi riceve un messaggio ha comunque la possibilità di farne uno screenshot, azione che Snapchat individua e comunica al mittente. Più insidiose sono le altre applicazioni, vietate, che permettono di salvare i messaggi ricevuti. Snapchat è già stata vittima di hackeraggio in passato.

Dal dicembre 2013 è disponibile una funzione di “replay”, questa volta ufficiale, con cui rivedere un messaggio al giorno. L’app indica anche al mittente che è stato rivisto un suo messaggio. Un nuovo servizio, lanciato martedì 15 settembre negli Stati Uniti, punta ad ampliare questa funzionalità proponendo tre replay supplementari a 0,99$ (0,88€ circa), 10 a 2,99$ e 20 a 4,99$. Tuttavia lo stesso messaggio non potrà essere rivisto che una volta sola.

Si tratta di un’attività redditizia?

L’azienda, che oggi conta 500 impiegati, ha un valore stimato di 16 miliardi di dollari, ma non è assolutamente redditizia, secondo le documentazioni finanziarie interne ottenute da Gawker. Trae i suoi ricavi principalmente dalla pubblicità, a cui si aggiungono i micropagamenti per rivedere i messaggi – secondo l’esempio dettato dai giochi per telefono Candy Crush e Nibblers.

Dopo aver rifiutato un’offerta da tre miliardi di dollari da parte di Facebook nel 2013, nel’ottobre del 2014 Snapchat ha introdotto la pubblicità. Il suo servizio Discover permette alle grandi marche di inviare messaggi agli utenti.

Cosa è cambiato con l’ultimo aggiornamento?

Oltre al più esteso servizio di replay, la nuova versione introduce la funzione “Lenses”, che permette di modificare i propri selfie prima dell’invio ricorrendo a diverse animazioni che funzionano grazie a un meccanismo di riconoscimento facciale: si può inserire un arcobaleno o trasformare il proprio viso in una maschera da film dell’orrore. Questa funzione proviene dall’acquisizione nel 2015 di una start-up ucraina, Looksery, acquistata da Snapchat per un valore che i media locali stimano attorno ai 150 milioni di dollari.

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Altra novità: l’introduzione dei trofei. Gli utenti possono sbloccare un trofeo virtuale compiendo azioni precise, come inviare dieci snap con la fotocamera frontale o inviare uno snap usando uno dei filtri per aggiungere effetti particolari.


Damien Gouteux, «Snapchat ou l’art d’envoyer des messages éphémères à ses contacts», Le Monde, 16 settembre 2015

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