La Jihad demografica

Musulmani – i vincitori del cambiamento demografico

Nel 2070, per la prima volta nella storia, ci saranno più musulmani che cattolici – questa la previsione dei ricercatori americani. Le società si modificano. Anche quella tedesca. In Germania, una persona su dieci sarà musulmana.
Di Dietrich Alexander

Quasi un terzo della popolazione mondiale si raccoglie sotto la croce cristiana. Con i suoi 2,26 miliardi circa di sostenitori, il cristianesimo è al primo posto tra le religioni mondiali, seguito dall’islam (con circa 1,57 miliardi di credenti) e dall’induismo (con circa 900 milioni).
Ma le cose non rimarranno così per sempre. Per sei anni, i demografi del Pew Research Center di Washington hanno raccolto informazioni su 234 Stati e regioni del mondo, stilando poi un rapporto di 245 pagine in cui prevedono il futuro delle maggiori religioni: cristianesimo, islamismo, buddismo, induismo ed ebraismo.

Dai loro dati emerge la previsione alquanto realistica che al più tardi nel 2070 ci saranno più musulmani che cristiani sulla Terra. “La jihad demografica” o “la jihad delle nascite”, così viene chiamato il fenomeno da parte di chi ritiene che l’alto numero medio di nascite tra i musulmani faccia parte di una strategia politica che punta alla conquista del mondo e alla sottomissione delle masse.

Ci sono diverse ragioni plausibili che spiegano da un punto di vista biologico e sociopolitico il perché l’umma – comunità dei credenti musulmani – crescerà più rapidamente del cristianesimo. E più rapidamente di ogni altra religione, oltre che della popolazione mondiale nel complesso.

Secondo Alan Cooperman, direttore della ricerca sulle religioni del Pew, questo va ricondotto all’alto tasso di natalità che si riscontra nelle comunità musulmane, attestato ad oggi attorno a 3,1 bambini per ogni donna. In Germania sono solo 1,3 i bambini per ogni donna – e ne servirebbero 2,1 perché la popolazione sia numericamente stabile. Ma ci sono anche altri fattori determinanti.

Come la conversione: l’istituto di ricerca prevede infatti un aumento nel numero di conversioni all’islam da parte di cristiani e un crescente distacco dei cristiani dalla loro fede in favore dell’ateismo. Secondo questa previsione, entro il 2050 circa 106 milioni di cristiani rinuncerebbero alla loro fede, a fronte di soli 40 milioni di nuovi cristiani convertiti – sarebbe una perdita di 66 milioni di credenti. A metà del secolo una buona parte della popolazione mondiale (61 milioni di persone) non apparterrà a nessuna confessione religiosa, prevedono gli scienziati. L’ateismo sarà prevalente soprattutto in quei Paesi con bassi tassi di natalità e un’elevata gentrificazione, come Europa, Stati Uniti e Giappone. In molti Paesi islamici l’abiura della fede è sanzionabile, a volte anche con la morte, ecco perché gli esperti qui non parlano di “perdite” ma di un aumento delle conversioni per 3 milioni di persone circa.

Secondo Cooperman, l’islam vincerebbe la corsa demografica perché i musulmani oggi si trovano in maggior parte in Paesi dinamici – l’Africa subsahariana o il sud est asiatico, ad esempio. E poi le società arabo-islamiche sono nel complesso molto più giovani di quelle cristiane. Ad esempio, il 70% dei circa 75 milioni di abitanti dell’Iran ha meno di 25 anni, l’età media è di 27 anni. Per fare un confronto, l’età media della popolazione tedesca è di 43,7 anni, quella dei giapponesi è addirittura di 46,5 anni.

“Le comunità musulmane si concentrano nelle regioni del mondo di maggior crescita” commenta Cooperman, riferendosi a Nigeria, Pakistan, Indonesia e India. Secondo le previsioni del Pew, nel 2050 in India nonostante la maggioranza di induisti vivranno più musulmani (310 milioni) che nel vicino (e islamico) Pakistan (273 milioni). L’India quindi sarà il Paese con la più grande popolazione musulmana, superando in questo modo l’Indonesia (con i futuri 256 milioni di musulmani).

Dei 9,3 miliardi di persone che dovrebbero popolare il pianeta nel 2050, 2,8 miliardi saranno musulmani e 2,9 miliardi di fede cristiana. La popolazione mondiale musulmana crescerà, stando alla dinamica demografica del momento, del 73%, mentre il numero di cristiani – come la popolazione mondiale nel suo complesso – crescerà solo per il 25%.

Sono cifre impressionanti, ma che sembrano plausibili a fronte dei deboli tassi di natalità dei Paesi industrializzati cristiani da una parte e degli imponenti tassi di natalità nei Paesi arabo-islamici dall’altra. Anche la politica cinese del figlio unico avrà i suoi effetti. E allo stesso modo, nel 2050 la società giapponese, con le sue scarse nascite e il suo eccessivo tasso di invecchiamento, conterà– secondo i calcoli dei demografi giapponesi – solo 90 milioni di persone, vale a dire quasi 30 milioni in meno di oggi.

Il fatto che uno sviluppo simile coinvolga anche le famiglie musulmane che vivono nei Paesi ospite europei o negli Stati Uniti determina ripercussioni sulle società ancora improntate al cristianesimo. Il numero di Paesi con una maggioranza di popolazione cristiana scenderà da 159 a 151. Negli Stati Uniti ci saranno otto milioni di persone di fede musulmana che sostituiranno l’ebraismo come seconda religione.

Nel 2050, in Germania vivranno solo circa 70 milioni di abitanti. Un cittadino su dieci sarà musulmano: 7 milioni di musulmani tedeschi. E lo stesso varrà per il resto dell’Europa: un cittadino su dieci sarà musulmano, mentre nel 2010 erano solo uno su 17. Secondo i ricercatori, l’Europa è l’unico continente la cui popolazione si ridurrà di 100 milioni di persone arrivando a 454 milioni di abitanti. Quasi un quarto degli europei (il 23%) non avrà alcun orientamento religioso.

Turchia e Russia escluse, nel 2050 sarà la Gran Bretagna ad ospitare la maggiore comunità islamica con 7,76 milioni di credenti, seguita dalla Francia con 7,54 milioni e infine dalla Germania.

A livello mondiale, i Paesi sub-sahariani rappresentano la regione di crescita maggiore per l’islam. Nel 2050, circa 4 musulmani su 10 vivranno lì. La Nigeria non sarà più in maggioranza cristiana ma musulmana, con circa 230 milioni di credenti. Come per la Nigeria, anche in Macedonia i musulmani rappresenteranno la maggioranza religiosa. La Nigeria – dopo gli Stati Uniti e il Brasile – sarà uno dei tre Paesi di quella regione ad ospitare una grande comunità cristiana.

Le comunità musulmane si concentrano
nelle regioni del mondo di maggior crescita

Alan Cooperman,
Direttore della ricerca religiosa nell’istituto Pew di Washington

I tassi di crescita stimati dal Pew per gli induisti sono simili a quelli della popolazione mondiale, vale a dire del 34%, cioè di circa 1,4 miliardi di persone. Se i dati di riferimento statistici alla base dello studio resteranno stabili, nel 2050 ci saranno circa 2 milioni di ebrei in più, passando dagli attuali 14 milioni a 16,1 milioni. La popolazione buddista mondiale, secondo i ricercatori Pew, rimarrà più o meno la stessa: 487 milioni di persone.

I ricercatori sottolineano che il loro studio si basa su dati onnicomprensivi, inerenti il tasso di natalità e mortalità, i flussi migratori e l’orientamento religioso delle popolazioni mondiali. Guerre, invenzioni scientifiche, epidemie, crisi economiche, catastrofi naturali o sovvertimenti sociali possono ovviamente influenzare il risultato da loro ipotizzato. Ma la dominanza numerica dei musulmani sui cristiani potrà solo essere rimandata. Non arrestata.


Dietrich Alexander, «Muslime – Die Gewinner des demografischen Wandels», Die Welt, 23 giugno 2015

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