Da Ferguson a 67/P – I luoghi chiave del 2014

Dove le strade hanno un nome: sette indirizzi che hanno segnato le news nel 2014

Di Amy Davidson
Bay Street, Staten Island, New York. In questa strada, il 17 luglio scorso, è stato ucciso Eric Garner.
Bay Street, Staten Island, New York. In questa strada, il 17 luglio scorso, è stato ucciso Eric Garner.

Le liste dei fatti di attualità più importanti dell’anno sono tentativi di orientarsi: una topografia del tempo passato. Ma un luogo particolare, una singola via cittadina, possono anche arrivare a segnare eventi che cambiano una nazione. (Come ho già scritto, uno dei tre indizi principali grazie ai quali si capisce che un conflitto sta diventando incontrollabile, si ha quando i corrispondenti stranieri iniziano a parlare di singoli quartieri o, peggio ancora, di incroci.) Sia in questo che nello scorso anno, uno di questi luoghi è stato Majdan Nezaležnosti, o Piazza dell’Indipendenza, in Ucraina, che ha dato il suo nome a un movimento di protesta. Ecco sette altri indirizzi che hanno spesso guadagnato le prime pagine nel 2014.

1 e 2) West Florissant Avenue, Ferguson, Missouri; Bay Street, Staten Island, New York

Per capire la crisi di Ferguson, si è detto, occorre conoscere la differenza – e annotare la distanza reale – tra South Florissant Road, sede del dipartimento di polizia, e West Florissant Avenue, la striscia commerciale che interseca Canfield Drive. Proprio lì, il 9 agosto, viene ucciso Micheal Brown. Nelle settimane successive, come ha scritto Jelani Cobb, «quella che era iniziata come una protesta lungo West Florissant Road […] si trasforma in un’imprevedibile serie di episodi di malcontento incontrollabile». La polizia ricorre ai lacrimogeni, mentre la gente saccheggia i negozi di West Florissant. Le scene tornano attuali a novembre, quando la giuria decide di non condannare Wilson, il quale afferma di aver sparato per legittima difesa – e si ripetono alcuni giorni dopo, quando una giuria di Staten Island non trova colpevoli neppure per la morte di Eric Garner. Gli ufficiali di polizia avevano circondato Garner mentre si trovava in Bay Street, nelle parole di Daily News «una strada di saloni di bellezza, fast food, agenzie di prestiti e drogherie», e uno di loro lo aveva bloccato con una presa al collo vietata dalla legge. Ora in Bay Street c’è un piccolo santuario.

3 e 4) 72nd Samuel K. Doe Boulevard, Paynesville, Liberia; Ivy Apartments, Fair Oaks Avenue, Dallas

Uscito dalla casa vicino a S.K.D. Boulevard, dove ha una stanza in affitto, Thomas Eric Duncan aiuta una vicina incinta a raggiungere l’ospedale in taxi; lei viene respinta, e in seguito muore di Ebola. Un paio di settimane più tardi, a Dallas, lo stesso Duncan si ammala; sulle prime il personale del Texas Health Presbyterian Hospital lo rimanda a casa, agli Ivy Apartments. Qualche tempo dopo torna in ospedale, dove muore. (Due infermiere che l’hanno curato si sono ammalate a loro volta, ma sono sopravvissute). Alla sua compagna, Louisie Troh, e ad alcuni dei suoi parenti viene ordinato di restare nell’appartamento prima che questo sia evacuato. La maggior parte dei loro averi viene data alle fiamme. Oggi Dallas è libera dall’Ebola, ma in Liberia, Sierra Leone e Guinea il virus non è ancora sotto controllo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di settemila vittime. Il momento in cui S.K.D. Boulevard e Fair Oaks Avenue si sono idealmente incrociate per gli americani è stato breve – fatto significativo e, in un certo senso, vergognoso.

5) Nathan Road, Hong Kong

Nathan Road, strada larga sei corsie che attraversa il quartiere centrale di Mong Kok, durante l’autunno è rimasta chiusa per settimane, durante le quali studenti e non si sono riuniti per protestare contro la promessa non mantenuta, a loro avviso, di poter partecipare a elezioni libere. Qui, e in altre strade splendenti, si è verificata una fase di stallo i cui contrasti – folle che si proteggevano dal gas lacrimogeno con gli ombrelli, il tutto tra boutique alla moda e uffici – hanno simboleggiato alcuni dei compromessi che hanno accompagnato la crescita economica cinese (per esempio: commercio o democrazia?). Le barricate di Nathan Avenue sono state in gran parte rimosse da un deciso intervento della polizia a fine novembre, e ora le auto possono circolare di nuovo. Ma per entrambe le fazioni la storia non è finita qui.

6) Rotonda Naem, Raqqa, Siria

L’avvento dello Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria, noto anche come ISIS, dal punto di vista geografico è stato disorientante: con azioni rapide e improvvise si è impadronito dell’Iraq settentrionale, ha minacciato il confine turco e ha messo in circolazione video, girati in imprecisati punti del deserto, nei quali alcuni ostaggi vengono derisi e assassinati. Ma ci sono momenti in cui è possibile collegare un indirizzo preciso alla brutalità e agli ideali abietti del gruppo: a Raqqa, la città siriana che funge loro da base, alcuni prigionieri sono stati decapitati e i loro resti sono stati esposti nei pressi della rotonda Naem (Naem, in arabo, significa «gioia»).

7) Cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko

Il viaggio della navicella spaziale Rosetta verso questo indirizzo è durato un decennio e ha coperto 2,5 miliardi di chilometri. Il 12 novembre, dopo un paio di tentativi imperfetti, il modulo Philae di Rosetta è atterrato sulla superficie della cometa – la prima visita di questo tipo nella storia dell’umanità. Una volta che il lander si è insediato in una zona d’ombra, gli scienziati, in cinquasette frenetiche ore, hanno compiuto tutti gli esperimenti possibili prima che le sue batterie solari si esaurissero. Ora Philae dorme sulla cometa, ma dovrebbe risvegliarsi in estate, quando la cometa sarà rivolta verso il sole.


Amy Davidson, «Where the Streets Have a Name: Seven Addresses that Defined the News in 2014», The New Yorker, 8 dicembre 2014

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