Dortmund – semafori sessisti: via alla flamewar
La discussione di genere arriva nel bacino della Ruhr: a Dortmund si litiga per introdurre semafori dove non ci siano solo “omini”, ma anche “donnine”. Flamewar sui social media contro le “quote rosa” nei semafori.
Di Kristian Frigelj
Dopo un minuto di discussione, la strana proposta dei Verdi e del partito socialista tedesco, l’SPD, sembrava essere stata archiviata una volta per tutte. Non era niente di trascendentale e il consiglio di Innenstadt-West [uno dei tre distretti situati al centro della città di Dortmund, N.d.T.] aveva cose più importanti da trattare nella sessione del 29 ottobre – protrattasi per cinque ore. Ma da quando la questione è diventata pubblica, i rosso-verdi sono diventati lo zimbello di tutti.
L’amministrazione cittadina di Dortmund, stando alla proposta dei rosso-verdi, avrebbe dovuto informarsi del costo necessario per equipaggiare metà dei semafori di Innenstadt-West con “donnine” invece di “omini”. «Se accettiamo la parità tra i sessi, è logico che gli omini raffigurati sui semafori debbano essere cambiati in donnine. Che avrebbero anche il vantaggio di offrire una maggiore superficie luminosa» queste le argomentazioni presentate a favore della proposta.
Sui social media le “quote rosa” nei semafori hanno dato il via a una flamewar. La “Westdeutsche Allgemeine Zeitung” ha postato su Facebook un articolo alquanto ironico: «Cara Dortmund, avremmo un compromesso da proporti: perché non ci metti una coppietta sui semafori?». Non pochi hanno criticato il fatto che la politica sprechi denaro pubblico occupandosi di quisquilie. «Siete seri? Non avete altro a cui pensare?» è stato uno dei commenti più pacati della cittadinanza. La Junge Union [organizzazione giovanile dei partiti a stampo cristiano, N.d.T.] attacca le «folli e utopistiche fantasticherie dei rosso-verdi».
«Oggi le donne non si rivedono in una figura con gonna e treccine»
Sebastian Pastusczyk – Portavoce per la sezione locale dei Verdi
Stupisce l’astio del pubblico
L’SPD e i Verdi di Dortmund continuano a sentirsi incompresi e il Presidente della circoscrizione locale dell’SPD, Kai Neuschäfer, afferma che la situazione è alquanto spiacevole. «L’idea è venuta dai Verdi. Non certo da noi dell’SPD» ha dichiarato a Die Welt. Quando il comitato esecutivo dell’SPD aveva trattato l’argomento, due settimane fa, Neuschäfer aveva detto: «Se non prevede costi aggiuntivi e i Verdi non hanno altro da proporre, la richiesta dovrebbe senz’altro essere accolta». L’SPD ha assicurato ai Verdi il suo appoggio, perché, come dice Neuschäfer, una coalizione è fatta di dare e ricevere.
L’economista trentacinquenne, tesoriere della sezione distrettuale dell’SPD di Dortmund, è abituato alle critiche, dopo le varie crisi politiche affrontate negli scorsi anni. Si dichiara stupito dell’astio pubblico, «ma in un certo senso capisco che la gente abbia trovato insolita la nostra proposta. Non abbiamo forse scelto il momento migliore per affrontare questo tema» ha affermato.
Si prospettano infatti ben altre sfide da affrontare: «Stiamo aspettando 40 rifugiati a cui dobbiamo trovare una sistemazione. Inoltre dobbiamo occuparci della possibile chiusura di una piscina» afferma il socialdemocratico. E come se non bastasse in città si discutono drastiche misure di austerity. In un simile scenario i semafori sessisti sembrano abbastanza fuori luogo.
Il portavoce della sezione locale dei Verdi, Sebastian Pastusczyk, non nasconde che quella dei semafori sia una «tipica rivendicazione dei Verdi». «L’obiettivo era di svecchiare il look dei semafori, e da qui a proporre l’immagine di una donna il passo è breve» racconta il ventiseienne, studente d’ingegneria meccanica e specializzato in ingegneria automobilistica. Non hanno pensato se il momento fosse quello più adatto per una proposta simile, ma continuano a non spiegarsi l’astio del pubblico.
Le immagini dei semafori dovrebbero essere asessuate
Pastusczyk sottolinea poi che il consiglio di Innenstadt-West è rimasto poco sulla proposta: «Ne avremo parlato al massimo un minuto, poi siamo passati ad altro. Mi aspettavo un’enorme opposizione da parte della CDU, ma invece non hanno battuto ciglio».
Il giovane portavoce dei Verdi teme che l’astio del pubblico sia frutto di un malinteso e sottolinea che la proposta non prevede di sostituire metà dei semafori di Dortmund. «Si tratterebbe solo di rimpiazzare i semafori rotti con semafori a figura femminile» dice. E solo nel distretto di Innenstadt-West.
Oltre a una valutazione dei costi, i Verdi chiedono all’amministrazione cittadina di esprimersi sul possibile aspetto della donna lampeggiante. Certo più moderno di quello di Dresda, Brema, Colonia, Kassel, Hamm o Zwickau. «Oggi le donne non si rivedono in una figura con gonna e treccine» ha dichiarato Pastusczyk.
A Dortmund, i Verdi avrebbero dovuto formulare meglio le loro richieste di genere, dato che non troverebbero irragionevoli nemmeno le figure asessuate. Se non l’hanno fatto è perché aderiscono alla tendenza di neutralità che coinvolge da un anno a questa parte persino il Codice della strada tedesco, dal quale sono stati eliminati gli identificatori di genere, come “il” ciclista e “il pedone”. E “l’omino del semaforo” non era un vocabolo del Codice, o non sarebbe sopravvissuto alla riforma. L’Ufficio federale dei trasporti di Berlino qualche mese fa ha dato il buon esempio: su una sua brochure spicca l’Ost-Ampelmännchen [storico omino del semaforo dell’ex RDT e simbolo molto amato in Germania, N.d.T.] con un giubbotto ad alta visibilità giallo.
Kristian Frigelj, «Dortmunder Ampelfrauchen löst Shitstorm aus», Die Welt, 8 novembre 2014